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Decapitò lo zio: i giudici hanno escluso la premeditazione e confermato la sussistenza dei futili motivi
La corte d'Assise d'Appello di Genova ha confermato la condanna a 30 anni per Claudio Borgarelli, l'infermiere che nel 2016 decapitò lo zio Albano Crocco, 68 anni, pensionato, nei boschi di Craviasco, Lumarzo. I giudici hanno escluso la premeditazione e confermato la sussistenza dei futili motivi: il nipote uccise lo zio perché non voleva che passasse sul suo terreno.