Omicidio Nada, parla Annalucia Cecere: "Fatemi pure il Dna, non c'entro nulla"
Parla anche il marito della donna: "Se è colpevole è giusto che vada in galera"
«Io con quella storia non c’entro nulla»: è laconica ed evidentemente seccata dal clamore mediatico scoppiato negli ultimi giorni sul suo nome Annalucia Cecere, la donna indagata per l'omicidio di Nada Cella 25 anni dopo i fatti del 1996.
Ex insegnante
La donna, ex insegnante, che oggi vive a Mellana, in provincia di Cuneo, ha rilasciato al Corriere alcuni brevi dichiarazioni. "Fatemi pure il Dna, fate gli accertamenti che volete, non ho nulla a che vedere con quella ragazza. Non ho niente da nascondere" ha affermato la Cecere, chiusasi poi nel suo riserbo. Una vecchia conoscenza di Soracco, per stessa ammissione del commercialista, che forse per quel garbato e introverso professionista di via Marsala aveva avuto anche un debole, al punto da proporsi per sostituire Cella nell'incarico di segretaria dello studio. "Non era qualificata per quel ruolo" ha dichiarato ieri Soracco, ammettendo dunque implicitamente che la conoscenza tanto superficiale non era stata, al punto che la donna si era offerta personalmente per quel posto e che, quando una telefonata anonima aveva accusato una certa Anna dell'omicidio di Nada, il pensiero era corso a lei.
"Se è colpevole vada in galera"
Cecere oggi si dice estranea a quei fatti, e così conferma il marito, che tuttavia afferma: "Sono il primo a dire che se è colpevole è giusto che vada in galera. Ma lei non ha fatto nulla". A Chiavari pochi sembrano ricordarla: il marito smentisce che la donna fu licenziata dalla scuola per motivi disciplinari, "fu lei a licenziarsi, nel pubblico non ti possono mandare via", afferma. Ma intanto le indagini continuano, e fra 90 giorni l'esito del Dna scriverà una nuova pagina di questo caso che, dopo 25 anni, tiene ancora una città con il fiato sospeso.