Percepivano illegalmente il reddito di cittadinanza: 37 denunce

Continuano, senza sosta, le articolate e complesse verifiche dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova

Percepivano illegalmente il reddito di cittadinanza: 37 denunce
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Continuano, senza sosta, le articolate e complesse verifiche dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova, tese ad individuare i “furbetti del sussidio”, ovvero coloro che, pur non avendone i requisiti hanno richiesto ed ottenuto elargizioni statali come il reddito di cittadinanza e l’assegno sociale.

In questi giorni sono stati denunciati 37 cittadini extracomunitari (23 nigeriani, 4 senegalesi, 1 tunisino, 1 ghanese, 1 afghano, 3 gambiani, 2 ivoriani, 2 marocchini) molti dei quali residenti presso strutture di accoglienza genovesi, altri al momento irreperibili, e n.5 romeni, tutti ritenuti responsabili a vario titolo dell’indebita percezione del reddito di cittadinanza che come noto, è una prestazione economica erogata a domanda, a carattere provvisorio, che  viene versata dall’INPS ai cittadini italiani, agli stranieri comunitari iscritti all’anagrafe del Comune di residenza ed ai cittadini extracomunitari/rifugiati/titolari di protezione sussidiaria con permesso di soggiorno CE per soggiorni di lungo periodo, in possesso di specifici requisiti di reddito e patrimonio familiare nonché di residenza.

Il richiedente non deve essere sottoposto a misura cautelare personale o essere stato condannato in via definitiva, nei dieci anni precedenti la richiesta, per delitti particolarmente gravi e ben individuati dalla norma.

In particolare, dagli accertamenti dei Carabinieri di Genova è emerso che, per ottenere il sussidio, gli indagati avevano “autocertificato” il possesso dei requisiti minimi richiesti dalla legge, manipolando sistematicamente, nella maggior parte dei casi, la data d’ingresso sul territorio nazionale che deve essere retrodatata di almeno dieci anni. In alcuni episodi limitati, i denunciati hanno rilasciato false dichiarazioni sulla residenza, in altri infine hanno omesso la contestuale percezione di redditi da lavoro dipendente e la convivenza con altri destinatari del medesimo beneficio o lavoratori dipendenti. Il danno stimato è di circa 80.000 euro.

Tra i furbetti vi è anche un cittadino extracomunitario che nel frattempo è stato denunciato perché trovato in possesso di una modesta quantità di hashish destinata allo spaccio ed altro percettore denunciato per riciclaggio.

L’attività ancora in corso, si inserisce nella perdurante ricerca investigativa condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale genovese, già avviata nel 2018, allorquando in collaborazione con i vertici provinciali dell’I.N.P.S., in più fasi venne rilevata l’erronea erogazione del c.d. “assegno sociale” in favore di 19 “insospettabili” benestanti poi denunciati e colpiti da sequestri per equivalente per quasi 650 mila euro.

Questo particolare beneficio assistenziale, simile al reddito di cittadinanza, è disciplinato da una legge del 1995, anch’esso erogato su istanza dell’interessato e versato dall’I.N.P.S. ai cittadini italiani, agli stranieri comunitari iscritti all’anagrafe del Comune di residenza ed ai cittadini extracomunitari/rifugiati/titolari di protezione sussidiaria con permesso di soggiorno CE per permanenze di lungo periodo, in possesso di specifici requisiti di età, di reddito e di residenza.

Con riferimento all’età, il contributo è destinato alle persone che dopo il 1° gennaio 2018 abbiano compiuto 66 anni e 7 mesi, ed è questo l’unico requisito rispettato da tutti indagati essendo quanto mai complicato mentire sull’età.

Anche per questo sussidio sono poi sanciti ulteriori vincoli di reddito e residenza in assenza dei quali è prevista la sospensione o la totale revoca.

Alcuni indagati, seppur in possesso di solidi patrimoni, beni mobili ed immobili che consentivano un’agiata vita in quartieri di lusso, avevano dichiarato un falso stato di indigenza, mentre altri, benché residenti da tempo in Paesi esteri avevano falsamente certificato una residenza stabile e continuativa sul Territorio nazionale da almeno dieci anni.

I militari dell’Arma riuscirono a scoprire due singolari casi in cui entrambi i coniugi, residenti nel quartiere di Albaro, pur non avendone titolo, avevano astutamente inoltrato autonome domande e beneficiato così per mesi dello specifico contributo.

Altro denunciato trascorreva l’abbondante tempo libero partecipando a gare di rally.

Gli accertamenti proseguiranno da parte dell’Arma dei Carabinieri di Genova, poiché è ancora copiosa la lista dei beneficiari da verificare.

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