Petizione contro l'opera in passeggiata, arriva la difesa del Comune di Zoagli
Parla Roberto Vignale, responsabile Area Tecnica del Comune

"La natura dell’essere umano porta a dimenticare e a giudicare senza sapere o conoscere con certezza". Così Roberto Vignale responsabile Area Tecnica del Comune di Zoagli, di fronte alla petizione del gruppo di ambientalisti, supportato da Italia Nostra, perlopiù milanesi, ‘Tuteliamo Zoagli’, che ha raccolto circa 50 firme tra ‘foresti’ e residenti, con l'obiettivo di arrivare a un centinaio. Sul tavolo, la sospensione dei lavori della parte finale della passeggiata lato Ponente, detta ‘Dei Naviganti’. Non piacciono al gruppetto, i lavori svolti dall'Ufficio tecnico, considerati ‘orribile muraglione’ e ‘scogli spaccati’.
La difesa di Vignale
"La nostra preoccupazione - scrivere il Comitato - è determinata dal fatto che in autunno dovranno ripristinare anche la passeggiata di Levante: ci auguriamo che vengono fatti con più cura". Difende il proprio operato il funzionario comunale:"I principi autorizzativi dell'intervento trovano fondamento nell'applicazione del Dpr 13/0/2017.- spiega Vignale -. Il muro è realizzato con materiali originari della passeggiata stessa e sono a difesa della falesia compromessa dalla mareggiata 2018. Le persone hanno dimenticato quelle onde di 14 metri".
La mareggiata ha tirato via, asportandoli (e sono ancora in mare) due grossi massi, due blocchi uno di 30 tonnellate (che equivale a un camion di tre assi pieno) e un altro di 10 tonnellate. "Quando abbiamo ricostruito - prosegue Vignale - si è cercato di ripristinare più possibile come in origine, quel tratto di passeggiata, ma i due archi distrutti dai marosi, erano ancorati a quei due blocchi di falesia E la roccia era oramai disarticolata. Non è stato toccato alcun centimetro di falesia, ma solo garantita la messa in sicurezza, anche grazie ad un ingegnere. Il sedime è rimasto uguale, così pure le quote".
I materiali usati sono pietra e malta, già caratteristici della passeggiata, come da costruzione: "Abbiamo solamente messo in opera un'operazione di salvaguardia della falesia – chiude il responsabile -: un intervento per ‘placcare’ la roccia ed evitare ulteriore pericolosi distacchi. Le persone non si ricordano cosa ha provocato la mareggiata. Tutto è stato eseguito nel rispetto dei luoghi poiché trattasi di opera manutentive e di ripristino. Non potevamo fare altro che andare avanti centimetro per centimetro ma l’archetto tanto contestato sta solo nei libri di favole senza alcun appoggio".
Nella foto: la situazione prima dell'intervento di ripristino in cui si può notare il punto dove la mareggiata dell'ottobre 2018 ha asportato due porzioni di falesia di cui una ciclopica di ca 30 T e la seconda di ca. 10 T. che non hanno reso possibile la ricostruzione di parte dei due originari archi.