Piano Sanitario, Ghio: «certificato lo svuotamento del polo di Sestri»

Il Sindaco di Sestri Levante critica il piano e la scelta di presentarlo a un convegno di partito (Lega) anziché in un confronto istituzionale con la conferenza dei Sindaci

Piano Sanitario, Ghio: «certificato lo svuotamento del polo di Sestri»
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«Gli annunci sul futuro della nostra sanità denotano una riorganizzazione non definita, senza tempi certi né risorse precise, mai discussa con il territorio e che certifica, tra le altre cose, lo svuotamento del Polo di Sestri Levante, che da tempo denunciavo». Così il Sindaco di Sestri Levante Valentina Ghio, commentando i punti del nuovo Piano Sociosanitario per il Tigullio e l'Asl 4.

Ghio: «Sestri depotenziata e nessun vero confronto col territorio»

«È quanto meno singolare e poco istituzionale che gli elementi della riorganizzazione vengano presentati al convegno organizzato a Chiavari dalla Lega, una forza politica, e non nella Conferenza dei Sindaci, sede deputata, senza un minimo confronto istituzionale», prosegue Ghio. «Per anni abbiamo chiesto di avere garanzie sul futuro della rete ospedaliera, di avere un progetto complessivo, coerente, nell’interesse del paziente, che prevedesse la piena valorizzazione delle eccellenze dei nostri singoli poli ospedalieri e la centralità del Polo di Lavagna. E una particolare attenzione a Sestri, che da due anni ha interi piani vuoti usati come magazzini e nessuna proposta di utilizzo. Era stato sostenuto che non vi sarebbero stati depotenziamenti, ma una valorizzazione delle eccellenze presenti. Oggi apprendiamo - sui giornali - che il modo di “valorizzare” l’ospedale di Sestri è rappresentato dal trasferimento a Rapallo del blocco delle chirurgie a bassa complessità, del day surgery e del week surgery. Le ipotesi poi di valorizzazione appaiono quantomeno poco chiare, perché spesso si annunciano attività che vi sono già, come il Polo Oncologico e il Polo Riabilitativo, senza indicarne precisamente le modalità di potenziamento e non si dichiara che destino avranno altre discipline come la Medicina, la Pneumologia e l’Urologia. Restano poco chiare anche le modalità per cui alcune attività per acuti possano ben operare in un polo così riorganizzato, con la diminuzione del personale medico. Il tutto senza sapere tempi, investimenti e fasi di intervento e le risorse a sostegno del progetto».

Una bocciatura a tutto tondo: «Che vi sia la necessità di rendere efficiente la nostra sanità è evidente. Così come è evidente il ritardo dell'attuazione della riorganizzazione sanitaria sul nostro territorio, che deve partire da subito. Nel nostro comprensorio la centralità deve essere data al DEA di Lavagna e Rapallo e Sestri Levante devono sviluppare le proprie vocazioni in sinergia. Per questo da anni chiedo che Regione e ASL presentino un piano completo, con tanto di risorse disponibili e tempi di attuazione. Che lo confrontino con il territorio e che ascoltino anche le proposte che ne possono nascere. La strada invece, ancora una volta, è stata quella dell’imposizione dall’alto, del mancato confronto e dei piani tenuti chiusi in un cassetto per tirarli fuori nel momento più opportuno, al convegno di un partito politico. Se questa è la scelta che Regione Liguria fa della Sanità nel Tigullio e nel Distretto della Val Petronio e Val di Vara, perché non si è scelto a tempo debito di presentarla nella Conferenza dei Sindaci e nei Consigli Comunali dove da tempo era richiesto il confronto?»

«Dalle scelte che emergono mi pare che non si stia andando nella direzione auspicabile», conclude il Sindaco di Sestri Levante:  «Lavagna viene riorganizzato, ma senza un vero rafforzamento e investimento per renderlo il polo centrale, a Rapallo vengono spostati reparti a bassa complessità, invece che attrarre volumi di operazioni e di investire su altre vocazioni, che erano quelle per cui l’ospedale era nato, e Sestri viene svuotato da attività, senza dare risposte certe ai buoni servizi esistenti che ci sono né programmandone di nuovi. Se questa sarà la proposta che verrà fatta, e non ci saranno correttivi, riteniamo che non vengano date risposte concrete ai bisogni di salute dei cittadini».