Ponte Morandi, anche i pubblici ministeri chiedono l’integrazione delle prove
I giudici decideranno se accogliere o meno le richieste il prossimo 1° ottobre
Anche la procura ha chiesto una integrazione probatoria per chiarire le cause che hanno portato al crollo del ponte Morandi avvenuto a Genova il 14 agosto 2018 e che ha provocato la morte di 43 persone.
I giudici decideranno se accogliere o meno le richieste il prossimo 1° ottobre
Nel corso dell’udienza del processo a carico di 58 imputati, i pubblici ministeri hanno spiegato al collegio di poter approfondire, tramite i periti, se l’acqua che ha corroso i cavi sia arrivata dall’esterno o se si trattasse di umidità rimasta intrappolata sin dalla costruzione. I pm hanno chiesto anche di calcolare la quantità di acqua e ossigeno che devono essere presenti per avviare dall’interno la corrosione e se questi elementi possano essere filtrati dall’esterno, attraverso fessurazioni nel calcestruzzo. Oltre ai pm anche gli avvocati hanno chiesto una integrazione probatoria: riverificare lo stato globale dell’acciaio dello strallo della pila 9 che si è spezzato, misurazioni di tipo quantitativo sull’effettiva condizione dei cavi. I giudici decideranno se accogliere o meno le richieste il prossimo 1° ottobre.