Privatizzazione ospedale di Rapallo, le preoccupazioni della Cisl

L'amara lettera di Anna Pianforini e Andrea Sanguineti

Privatizzazione ospedale di Rapallo, le preoccupazioni della Cisl
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Privatizzazione ospedale di Rapallo, arrivano le preoccupazioni della Cisl che in una lunga lettera firmata da Anna Pianforini (coordinatrice CISL Funzione Pubblica in Asl 4) e  Andrea Sanguineti  (Cisl Area Metropolitana) mettono nero su bianco cosa non va.

La lettera

"Un Babbo Natale un pò in ritardo è quello che recapita il “dono” del 2019 da parte della Regione Liguria: in data 27 dicembre, con propria Delibera, la Giunta Regionale ha gettato il seme che darà il via al processo di privatizzazione parziale dell’ospedale di Nostra Signora di Montallegro a Rapallo.
Amaramente constatiamo di avere avuto ragione, di non aver fatto allarmismo gratuito : un intero piano di un ospedale caparbiamente voluto dai cittadini rapallesi e pagato con soldi pubblici, sarà ceduto al Privato.

E quale sarà la Specialità che subentrerà al pubblico servizio? La Cardiochirurgia? L’Ortopedia maggiore? La Direzione Generale aziendale, esplicitamente interrogata sull’argomento dalla RSU, assicura che nessuna struttura attualmente presente nel nosocomio di Rapallo verrà soppressa o spostata ad eccezione di ciò che era già previsto nel Piano di Riorganizzazione. Gli spazi che resteranno pubblici a nostro avviso non sembrano sufficienti ad ospitare ciò che rimarrà.

Nel frattempo “l’emoraggia” di personale medico ed infiermeristico continua inesorabile, nonostante gli apprezzabili sforzi dell’Azienda che dopo lungo e determinato sollecito del sindacato, sta cercando di garantire il turn-over. Non c’è da stupirsi. E’ logico pensare che il personale del Comparto ma soprattutto la Dirigenza medica, siano intimoriti dall’incertezza del futuro e preferiscano spostarsi in grandi Centri.

Dove però l’Azienda ha seriamente investito acquisendo eccellenze – in ambito radiodiagnostico, gastroenterologico e otorinolaringoiatrico, ad esempio – i risultati sono tangibili.Utilizzo di tecnologie e di tecniche all’avanguardia, riduzione delle liste di attesa, aumento della domanda.

E allora ci si chiede perchè la politica regionale non investa seriamente nel capitale umano , pubblico e di eccellenza, ma preferisca lasciare spazio alla sanità privata; i motivi non possono che essere meramente speculativi, copiado fra l’altro “modelli” di altre Regioni che non è detto funzionino in un Territorio peculiare come il nostro, in attesa di risultati ancora tutti da dimostrare.
I lavoratori della sanità pubblica sono convinti che la soluzione per risanare la sanità in liguria non possa corrispondere al depotenziamento del pubblico per favorire il privato seppure convenzionato e non e’ vero che i servizi privati funzionano meglio e costano meno.
Occorre poter erogare in tutti i settori prestazioni di qualità e non solo di “fare quantità” a basso costo e attuare una seria politica di investimento che riguardi soprattutto il personale operante che, come già detto molte volte, è vecchio, stanco e oberato da turni massacranti.
Per fare questo è necessaria una spinta da parte di tutti, cittadinanza, politica locale e naturalmente - male non farebbe - un po' più di coraggio da parte delle Direzioni Generali aziendali".

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