Pusher dei ricchi a processo, chiesto il rito abbreviato
Rifornivano di cocaina facoltosi clienti nei borghi dei VIP della riviera, e persino quand'erano in vacanza in montagna

Fornivano la cocaina a imprenditori e facoltosi consumatori del genovese e della riviera di Levante: si tratta di sette pusher, quattro albanesi, un tunisino e due italiani. Per loro, nel processo che si avvierà il 10 dicembre a Genova, è stato chiesto il rito abbreviato che, in caso di condanna, prevedrebbe uno sconto di un terzo della pena. Questo in quanto la forma del rito abbreviato "congela" l'impianto probatorio, velocizzando i tempi del procedimento: con esso, infatti, non è più ammesso l'inserimento agli atti di altri elementi probatori una volta iniziato il processo.
La banda riforniva a domicilio i ricchi clienti a prezzi anche ben superiori a quelli tipici del mercato nero degli stupefacenti: non badavano infatti a spese pur di poterla comodamente ricevere nelle loro residenze di Portofino, Santa Margherita e Rapallo, e talvolta persino quando erano lontani in vacanza, come il caso di un medico a cui i pusher hanno portato la droga sino a Cortina. Dei sette imputati solo uno è sinora riuscito a sfuggire all'indagine dei Carabinieri, come riepiloga il Secolo XIX di oggi: Antonio Bakiasi, 34 anni, ancora latitante e sul cui capo pende un mandato di arresto internazionale: nei suoi confronti le ricerche sono ancora in corso.