Rapallo: Calcutta del Tigullio?

Enterococchi ed escherichia coli sino a 90 volte oltre la soglia di sicurezza, i torrenti rapallesi sono «fogne a cielo aperto»

Rapallo: Calcutta del Tigullio?
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Le analisi di Chemilab rilevano dati allarmanti per l'inquinamento dei torrenti Boate e Cereghetta: sino a 90 volte oltre la soglia di sicurezza.

Torrenti di Rapallo «fogne a cielo aperto»

Una delle battute storiche del repertorio di Luciana Littizzetto, la nota comica, era quella di essere «sincera come una fogna di Calcutta»: la rete fognaria della proverbiale città indiana, infatti, non è interrata e scorre a cielo aperto, senza nascondere dunque nulla delle proprie lordure. Non suonerebbe altrettanto bene esser «sincera come il Cereghetta», ma più perché di chiarezza nella faccenda ve ne è al momento oggettivamente poca che non per la qualità delle sue acque.

I risultati di un'analisi commissioniata alla Chemilab di Chiavari dagli operatori balneari di Rapallo sui torrenti cittadini, infatti, hanno evidenziato un problema massiccio: «parametri paragonabili a fogne a cielo aperto», appunto. I rilevamenti effettuati sono stati sulla presenza di enterococchi intestinali ed escherichia coli: questi batteri, soprattutto i secondi, non sono di per sé pericolosi, anzi abitano di consueto i nostri intestini e l'escherichia coli è anzi necessario per la corretta digestione del cibo. Ma poiché non si trovano e moltiplicano altrove, sono indicatori evidenti degli scarichi fognari, dell'efficacia della loro depurazione e campanello d'allarme della qualità delle acque: poiché, appunto, se in esse vi sono più batteri intestinali del consentito, significa che vi sono problemi nella depurazione e chissà quali altre cose sono state scaricate senza adeguato filtraggio.

Enterococchi ed escherichia coli: sino a 90 volte oltre la soglia di sicurezza

Ebbene, nei torrenti Boate e Cereghetta sono stati trovati enterococchi intestinali in quantità oltre 70 volte superiori al limite, per l'escherichia coli si arriva a ben 90 volte il consentito. Il risultato delle analisi è stato protocollato ieri in Comune a Rapallo e reso noto stamane sulle pagine del Secolo XIX che riporta anche come ora i balneatori siano pronti a passare alle vie legali. Già, perché l'analisi privata nasce dal divieto di balneazione permanente nelle acque antistanti i bagni Lido e Flora: divieto che non viene messo in discussione di per sé - e con questi numeri c'è davvero poco da discutere - ma le cause lo sono eccome. L'associazione degli operatori balneari domanda a cosa sia da attribuirsi un tale massiccio inquinamento: «gli scarichi dei condominii sono mai stati controllati?» è una delle domande che vengono poste. L'assessore Arduino Maini ha assicurato che per conto del Comune anche Iren sta eseguendo analoghi rilevamenti, a seguito dei cui risultati dovrà provvedere a porre rimedio alle criticità, ma nulla di concreto è per adesso sul tavolo.

Insomma, qualcosa decisamente non funziona, e i balneatori esigono si snodi il bandolo della matassa prima della stagione balneare 2018: in caso contrario, in quanto parte lesa, sono pronti a portare la questione sui banchi dei tribunali per accertare le responsabilità.

 

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