RAPALLO

Rapallo piange Daniel: aveva solo 12 anni

La commovente lettera del dirigente scolastico: "Ora tu sei una stella, la nostra stella. Aiutaci a non smarrire il nostro cammino"

Rapallo piange Daniel: aveva solo 12 anni
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Rapallo piange il piccolo Daniel, scomparso a soli 12 anni per una malattia. Il ragazzo frequentava la seconda delle medie Giustiniani e giocava nel Santa Maria Calcio. La famiglia, di origine straniera, è  molto conosciuta in città.

Ciao, Daniel

A stringersi intorno alla famiglia, con discrezione, due realtà legate al bimbo: la scuola, l'Istituto comprensivo Rapallo, che sul suo sito "si stringe in un abbraccio forte e commosso alla famiglia di Daniel", mentre con un altro post sui social la  Polisportiva Santa Maria Calcio di Rapallo ha annunciato che "le attività saranno sospese per lutto nelle giornate di mercoledì 12 e giovedì 13 maggio".

Commovente la lettera pubblicata sul sito della scuola dal dirigente dell'istituto Giacomo Daneri:

"Ciao Daniel.

Sarebbe più giusto tacere, stasera, ammutoliti da quanto è successo.

Perdonami se rompo il silenzio, quel silenzio che sarebbe troppo giusto tenere, stasera. Il fatto è che abbiamo tutti bisogno almeno di imparare qualcosa da quanto succede. Tu ci insegni qualcosa.

Siamo disperati quando se ne va una persona cara anziana; sembra incredibile e ingiusto quando se ne va un ragazzo come te. Eppure tu ci insegni qualcosa.

Questo è uno di quei momenti che non vorremmo MAI vivere, ma che ci costringe a guardarci allo specchio e a farci una sola domanda: e io, che cosa sto facendo della mia vita? La tua vita è stata breve e intensa: insegnaci a far sì che la nostra non sia vuota e banale.

Quello che ci insegni è che non dovremmo stare a perdere tempo, perdere ore e giorni a rincorrere delle stupidaggini, stare ad ascoltare gente che pensa non al nostro bene ma solo al suo interesse.

La tua vita è stata breve e intensa; l’hai vissuta come meglio non potevi, circondato dall’affetto dei tuoi cari e dei tuoi amici: se solo sapessimo fermarci un attimo, ci potresti insegnare a non perdere tempo, a non perderci, a non perdere di vista quegli affetti che oggi ci sono e domani chissà, quegli affetti che, soli, riempiono i nostri cuori e danno senso e densità alla nostra esistenza.

Tutti giochiamo una partita, la nostra partita: chi ha grandi aspettative, chi spreca il suo tempo, chi tira a fregare gli altri e chi li rispetta, chi ascolta quelli che gli dicono di spezzare le gambe agli avversari, chi vuol fare tutto da solo e chi capisce che si vince solo in una squadra.

Tutti giochiamo la nostra partita ed è brutto dirlo, forse, ma è una partita che siamo destinati tutti a perdere: è come se fossimo il Rapallo che gioca contro il Real Madrid.

L’Avversario è troppo forte: è brutto ricordarlo, ma si chiama Morte. Quello che ci insegni è che non bisogna arrendersi, anche quando sembra che la partita che stiamo giocando sia destinata alla sconfitta. Non ti sei arreso, hai giocato fino in fondo la tua partita. Ci insegni questo. Non è un campione chi fa sempre gol strabilianti: è un campione chi non si arrende.

Un tuo amico e compagno della tua squadra di calcio , ha scritto una cosa bellissima per te, qualche giorno fa. Era un compito sulla selva oscura di Dante e una riflessione su quello che poteva essere per noi la selva oscura:

'La mia selva oscura in questo momento è la paura della morte perché sono in ansia per un mio amico che sta molto male. Questa selva oscura la vedo come una pianta di edera che si arrampica sul suo corpo e se ne impadronisce per portarlo via. La mia speranza è che l’edera adagio adagio possa andarsene e possa lasciarlo in pace con la sua famiglia e spero di vederlo un giorno tornare sul campo con me e fare goal. Purtroppo so che la mia speranza è molto piccola perché la situazione è gravissima e ogni volta che ci penso mi sembra di avere l’edera che mi stringe il cuore e non mi fa respirare. Vorrei davvero che anche Daniel riuscisse di nuovo a vedere le stelle uscito da questo Inferno'.

Questo tuo amico ha imparato da te, da quanto ti è successo e non ti dimenticherà. Magari sbaglierà qualche passaggio o dei goal, ma ha imparato qualcosa di essenziale.

E’ un campione solo chi non si arrende. E se ci sono ragazzi come questo tuo amico, che hanno questa sensibilità e che, nella sofferenza più grande, riescono a imparare, allora significa che c’è ancora speranza, per noi. Possiamo sperare di rivedere le stelle e di non perderci nel nostro cammino, nella nostra partita.

Daniel, ora TU sei una stella, la nostra stella. Aiutaci a non smarrire il nostro cammino.

Ti vogliamo bene".

Giacomo Daneri

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