almeno 15 i colpi effettuati

Rapinava auto "al volo": arrestato ad Avegno

La sua tecnica consisteva nell'aprire o rompere una portiera di un veicolo per recuperare qualcosa, mentre il conducente era a bordo

Rapinava auto "al volo": arrestato ad Avegno
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I Carabinieri della Stazione di Recco, al termine di un’articolata e accurata indagine avviata a luglio di quest’anno, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere a carico di soggetto 42enne, originario di Genova e residente nel comune di Avegno, ritenuto responsabile di una serie di numerosi furti operati in Genova e nel territorio del Tigullio attraverso la famigerata tecnica del “vol à la portière", espressione francese che letteralmente significa furti (vicino) alla portiera dell'auto.

La tecnica

La particolare fattispecie di reato, infatti, prevede un ben definito modus operandi, consistente nell'aprire o rompere una portiera di un veicolo per recuperare qualcosa intravisto attraverso di essa, mentre il conducente è a bordo. Tra le vittime del soggetto arrestato dai Carabinieri è possibile annoverare decine di automobilisti distrattati dalla routine quotidiana: ma le attenzioni del malfattore erano soprattutto indirizzate ai soggetti più fragili, in modo particolare anziane donne, soprattutto se sole alla guida: in molti casi l’autore dei reati, che agiva generalmente in coppia, spostandosi a bordo di motoveicoli precedentemente rubati, si avvicinava alle ignare vittime, mentre la loro vettura era ferma al semaforo, in sosta per un rifornimento di carburante o impegnata nel corso di una manovra di parcheggio, e approfittando della momentanea distrazione dei conducenti, sottraeva dall’abitacolo del veicolo oggetti di valore, quali telefoni cellulari, portafogli e borsette, utilizzando un finestrino abbassato o aprendo “al volo” una portiera non chiusa dall'interno.

Laddove non sussistevano le condizioni per operare secondo le citate modalità, il malfattore - dopo aver attentamente individuato i possibili target – attendeva che l’auto venisse lasciata incustodita, per poi infrangere i cristalli del mezzo e impossessarsi dei beni lasciati esposti nell’abitacolo.
La refurtiva veniva quindi rapidamente venduta al migliore offerente per ricavarne quanto prima le somme di denaro necessarie all’acquisto di piccoli/medi quantitativi di sostanza stupefacente, quotidianamente assunti dall’uomo, da tempo affetto da una grave forma di dipendenza.

Le indagini

Ben 15 gli episodi di furto perpetrati con le citate modalità a decorrere dallo scorso luglio: episodi accuratamente documentati attraverso l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza cittadina e minuziosamente esaminati dagli inquirenti, la cui paziente e mirata attività di indagine, condotta anche con le tradizionali tecniche di osservazione, ha portato all’applicazione dell’odierna misura cautelare.

Ulteriori accertamenti sono tuttora in corso al fine di verificare possibili collegamenti con altri analoghi episodi verificatesi in provincia di Genova, anche al fine dell’individuazione del presunto complice del malfattore, da oggi ristretto presso la casa circondariale di Marassi.

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