Camogli

Relitto di Camogli, al lavoro gli archeologi subacquei

Dodici immersioni al giorno, analisi a ritmo serrato: il sogno, confermare la datazione del relitto alla leggendaria Santo Spirito naufragata nel 1579

Relitto di Camogli, al lavoro gli archeologi subacquei
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A nemmeno due mesi dall’annuncio della scoperta del relitto nel mare di Camogli, il Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea della Soprintendenza è già al lavoro, grazie alla disponibilità eccezionale dello sponsor “Drafinsub – Underwater Technology”, storica ditta della famiglia Passeri.

Relitto di Camogli, al lavoro gli archeologi subacquei

In questi giorni le unità navali e il personale altamente specializzato di Drafinsub (dal genovese “Drafìn”, delfino) stanno conducendo le prospezioni sotto la direzione del Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea della Soprintendenza nei fondali di Porto Pidocchio a Camogli (nella “zona C” dell’Area Marina Protetta di Portofino), a una cinquantina di metri di profondità, anche grazie all’imprescindibile ruolo tecnico subacqueo svolto dai protagonisti della scoperta, già tempestivamente segnalata alla Soprintendenza: Edoardo Sbaraini e Gabriele Succi, sommozzatori professionisti e titolari della ditta di lavori subacquei “Rasta Divers” di Santa Margherita Ligure, coadiuvati dal biologo marino e video operatore Fabio Benelli.

Si lavora al ritmo di dodici immersioni al giorno in coppia, ogni immersione dura 1 h 30 per un totale di quattordici ore di immersione continua. I risultati dei lavori in corso saranno resi noti dopo l’estate, a seguito delle opportune verifiche tecniche e diagnostiche sui reperti, della disamina del contesto di giacitura e delle analisi storico-documentarie, anche se i primi riscontri sono molto promettenti. Una task force di esperti a livello internazionale, coordinata dalla Soprintendenza, è allo studio per cercare di precisare la datazione e verificare eventuali corrispondenze con la chimera di tutti i subacquei della zona: scoprire la nave ragusea Santo Spirito e Santa Maria di Loreto, naufragata nel 1579 in quelle stesse acque e finora mai ritrovata.

«I lavori procedono a ritmo serrato e in sicurezza - spiega Simonluca Trigona della STAS - i reperti più piccoli saranno salpati e opportunamente trattati dopo la necessaria attività di documentazione, mentre le testimonianze di maggiori dimensioni e non a rischio di asportazione rimarranno custodite dal mare e opportunamente protette da sacchi di sabbia. Una nuova ordinanza della Capitaneria garantirà la tutela di questo sito. A operazioni concluse e dopo un’attenta analisi dei reperti e delle caratteristiche dell’architettura navale, presenteremo pubblicamente gli esiti delle indagini in corso».

Una bella soddisfazione per gli scopritori Edoardo Sbaraini e Gabriele Succi, “Rasta Divers”: «L’esperienza della scoperta di un relitto e la possibilità di partecipare alle operazioni di scavo in squadra con professionisti del calibro di Drafinsub è una grande soddisfazione e un privilegio. Al di là del dovere, segnalare il rinvenimento equivale a restituire un altro tassello della storia del nostro territorio e del nostro mare ed è la migliore gratificazione possibile».

Francesco Olivari, sindaco di Camogli, chiude: «Il nostro territorio non smette di stupirci e grazie all’attività di prospezione in corso sul relitto da parte della Soprintendenza con lo sponsor Drafinsub, l’impegno verso la tutela e la ricerca getterà nuove luci sul nostro comune, sul nostro mare e sulla sua storia preziosa».

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