Ristoranti in crisi? C’è chi crede nel futuro

Pietro Ghisolfi, l’imprenditore col pallino per la musica, si appresta ad aprire un nuovo locale: si chiamerà «Pensieri e parole»

Ristoranti in crisi? C’è chi crede nel futuro
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L’Italia si appresta a trascorrere le Feste in zona rossa, la ristorazione (al pari di altri comparti economico-produttivi del Bel Paese) è in ginocchio. Eppure, tra le trame di un quadro tetro, dai toni inevitabilmente oscuri, si scorge ancora qualche bagliore di speranza, come il luminoso tratto bianco di una nuova attività ristorativa pronta ad aprire i battenti a pochi passi dall’antico castello.

Ad intraprendere il temerario progetto è Piero Ghisolfi, storico ristoratore di San Michele di Pagana, col pallino per la musica. Una passione viscerale che lo ha visto allestire grandi produzioni musicali da oltre vent’anni. Sua la rassegna di concerti tenutasi nel 2016, che ha condotto a Rapallo niente meno che uno dei più grandi parolieri italiani: Giulio Rapetti. O meglio, il grande Mogol, insieme al quale ha messo in scena tre distinti spettacoli calendarizzati in tutto il Paese. Sue le celebri notti delle chitarre che hanno portato, nella piazzetta di borgo Pomaro, artisti del calibro di Maurizio Solieri, Riky Portera, Steff Burns, Alberto Fortis ed Eugenio Finardi. Il suo grande amore, oltre alla musica, è la ristorazione. Lo sa bene la sua clientela che per decenni si è seduta ai tavoli de La Nave, a San Michele di Pagana. Un ristorante arcinoto, devastato con furia cieca dalla storica mareggiata di ottobre 2018 che ha cancellato in una sola notte ben 30 anni di carriera. «380mila euro di danni. Ho perso tutto e i rimborsi che avrebbero dovuto arrivare dalla Regione, e che ci sarebbero serviti per ristrutturare i locali, non sono mai arrivati perché potevano essere rilasciati solo a vista fatture e non come anticipo di capitale per i lavori». Mesi di incertezza su cosa fare: chiedere un finanziamento per eseguire i lavori o lasciar perdere tutto? Conti alla mano, ha prevalso la seconda ipotesi: chiude la vecchia società (e con essa anche la possibilità di accedere al decreto Ristori), ma non per questo è venuta meno la voglia di allietare i palati dei suoi commensali.
E allora eccolo in procinto di una nuova avventura, insieme alla compagna Elena Maisto: si riparte da qui, da via Milite Ignoto, dove una volta c’era “Il Grottino” tra una settimana suonerà una nuova melodia: “Pensieri e parole”, come la celebre canzone di Battisti scritta da quello che per Ghisolfi è l’amico di una vita: quel Mogol che avrebbe dovuto partecipare a un’inaugurazione gioco forza rinviata a data da destinarsi: «Non potevamo correre il rischio di creare assembramenti - spiega Ghisolfi - Apriremo in sordina, come se nulla fosse». L’idea del locale era nata a gennaio, ben prima del tracollo socio-sanitario, quendo nessuno avrebbe potuto prevedere quanto sarebbe accaduto da lì a breve. «Da quel momento in poi un’altra batosta. Il lockdown e l’impossibilità di rinnovare il locale, poi l’inizio dei lavori e quando eravamo prossimi ad aprire ecco spuntare la zona arancione». Nonostante tutto non demorde: «sono come un treno in corsa, quando parto per un obiettivo, nulla mi può fermare. Non sono incosciente, sia chiaro. È tutto il frutto di anni di esperienza e del mio inguaribile ottimismo che mi porta a credere che prima o poi ne usciremo e torneremo finalmente a vivere e a lavorare come prima». La mente di Ghisolfi comincia già a macinare nuovi progetti: «Avrei dovuto aprire a settembre, avevo sognato un mega concerto talk-show inaugurale con Mogol e numerosi artisti del calibro di Morgan e Finardi». Tutto cancellato, tutto da riprogrammare: «È solo rimandato. Certo, una volta finito il periodo covid avremo il cantiere del San Francesco a guastare la festa, ma mi guardo intorno e vedo una piazza che in futuro potrebbe ospitare grandi eventi. E chi mi conosce lo sa, faremo qualcosa di grosso e ci sarà da divertirsi». Un passo alla volta: «Se tutto va bene apriremo settimana prossima, sperando ovviamente che ci consentano di lavorare. In questo momento il grosso problema è la chiusura serale: è difficile richiamare la clientela per il pranzo, ma ce la faremo con proposte allettanti a prezzi convenienti». Se non avesse già preso impegni a gennaio, avrebbe mai portato avanti il progetto in un momento di simile incertezza? «Certo che sì, rifarei tutto da capo, anche oggi. Io ci credo».

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