Rupinaro, continuano i sondaggi sugli argini del torrente
Per verificare la determinazione delle caratteristiche dimensionali e strutturali delle opere spondali esistenti

Per reperire e analizzare i dati relativi alla piana alluvionale di fondovalle del Rupinaro, funzionali a definirne il progetto definitivo di messa in sicurezza, sono in corso da circa due settimane indagini geognostiche (riguardanti la ricostruzione del modello geotecnico e geologico dei terreni limitrofi al torrente) e sondaggi degli argini (per verificare la determinazione delle caratteristiche dimensionali e strutturali delle opere spondali esistenti), finalizzati a definire l’adeguatezza dei tratti analizzati nei vari scenari derivanti dagli studi idraulici.
Per verificare la determinazione delle caratteristiche dimensionali e strutturali delle opere spondali esistenti
Queste ultime indagini vengono eseguite sistematicamente su tutte le arginature a seguito di una suddivisione delle stesse in tratti omogenei, sia dal punto di vista geometrico che di tipologia costruttiva, individuando circa una settantina di sezioni rappresentative di indagine.
Al lavoro i tecnici dell’Associazione Temporanea di Professionisti (A.t.p.) vincitrice della gara per la progettazione definitiva, con opzione per la progettazione esecutiva, la direzione lavori ed il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione del primo lotto degli interventi di sistemazione idraulica del torrente Rupinaro.
Composta nello specifico dallo Studio Majone Ingegneri Associati come capofila, da F&M Ingegneria SpA, dallo Studio Tecnico Associato ing. Brizzolara & ing. Sturla, dalla Duferco Engineering SpA, da Resgeo Studio Associato di Geologia e dallo Studio ELB Ingegneri Associati.
Di seguito l’avanzamento delle prospezioni geologiche e strutturali effettuate sul Rupinaro:
Rilievi topografici
Sono stati completati i rilievi topografici dell’alveo del torrente Rupinaro per tutti i 4 km compresi tra la sua foce e la briglia in località “Casa del Pino” ed anche quelli del rio Campodonico per il tratto a monte della confluenza con il torrente Rupinaro, per circa 1 km, oltre a quelli del rio Moranda e rio Bacezza nei tratti terminali prima della loro immissione nell’asta principale (250 metri). In particolare i rilievi hanno definito piede e testa dei due argini e ogni variazione planoaltimetrica della sagoma, l’intero profilo longitudinale, tutti gli scarichi e i contributi idrici con lato/diametro maggiore o uguale a 0.2 m, briglie, manufatti in alveo, ponti, passerelle e tutte quelle situazioni che possono influenzare il deflusso delle acque.
Sondaggi ambientali
Sono stati conclusi i 10 sondaggi ambientali (profondi 3\4 m) volti ad acquisire informazioni sullo stato ambientale dei terreni (chimico e fisico), al fine di definire successivamente una proposta di loro utilizzo nell’eventualità che lo scenario d’intervento implichi un abbassamento del fondo alveo. Tutti i campioni sono esaminati anche sotto il profilo geo-archeologico.
Indagini geognostiche
Nove i sondaggi geognostici previsti a lato degli argini del corso d’acqua. In corrispondenza della curva che il torrente effettua a San Terenziano, nel punto di immissione del rio Lemme nel Rupinaro, nell’area dello stabilimento Hi Lex e sul rio Campodonico a monte del Palazzetto dello Sport; in via dei Lertora (sponda sinistra), in prossimità della passerella pedonale sul Rupinaro zona Coop (sponda destra), all’interno del parcheggio pubblico in via Sampierdicanne (sponda sinistra), nei terreni privati accanto all’Istituto Assarotti (sponda sinistra), ed infine in Corso Genova (sponda destra).
I carotaggi, debitamente integrati da prove penetrometriche pesanti già concluse e da prospezioni pregresse rese disponibili, consentiranno di ricostruire il modello geologico della piana alluvionale su cui scorre il corso d’acqua. Nel corso dei carotaggi sono state eseguite prove geotecniche in sito (Lefranc e SPT), nonché prelevati campioni di terreno/roccia da sottoporre a prove classificative e meccaniche di laboratorio per ottenere il modello geotecnico del contesto. I fori di carotaggi, debitamente attrezzati con tubo piezometrico, consentiranno di monitorare le escursioni stagionali della falda e, in rapporto alle stratigrafie ed alla permeabilità dei terrenti, ricostruire il modello idrogeologico necessario a valutare il comportamento della falda nell’eventualità lo scenario d’intervento implichi un abbassamento del fondo dell’alveo. I campioni verranno analizzati anche sotto il profilo geo-archeologico.
Indagini strutturali
Sui muri d’argine del torrente sono in corso le seguenti verifiche strutturali:
– Indagini georadar per la determinazione preliminare della dimensione e delle fondazioni dei fabbricati spondali, delle tipologie, degli spessori murari e della posizione delle strutture verticali.
– Microperforazioni e indagini endoscopiche per la determinazione di tipologia, tessitura e spessore dei parametri.
– Microtrivellazioni verticali e inclinate per determinare la larghezza e le caratteristiche geometriche delle fondazioni.
– Prelievo di carote per l’esecuzione in laboratorio di prove di schiacciamento per individuare le caratteristiche meccaniche dei materiali e la composizione chimica della malta.
– Prove non distruttive (metodo Sonreb) per ricavare il valore di resistenza del calcestruzzo.
– Prove con pacometro su strutture in calcestruzzo per la localizzazione delle armature, la misura del copriferro e la stima del diametro delle barre.
Completate le indagini topografiche, geognostiche e strutturali, i dati ricavati verranno incrociati con i possibili scenari idraulici derivanti da modellazioni mirate alla messa in sicurezza o alla mitigazione dei rischi.
I vari scenari potranno comportare:
– Interventi sugli argini: demolizione e ricostruzione, spostamento, sopraelevazione e verifiche sugli stessi tenendo conto della loro attuale o futura configurazione e delle caratteristiche geologico – geotecniche dei terreni retrostanti ed alla base.
– Interventi sul fondo dell’alveo riprofilatura e/o abbassamento del profilo del corso d’acqua: tenendo in considerazione gli effetti delle soluzioni prospettabili sulla stabilità degli argini stessi e sull’equilibrio del territorio al contorno, valutando possibili modificazioni dell’assetto idrogeologico a margine del corso d’acqua.
Spiega il primo cittadino di Chiavari, Marco Di Capua «Dopo le prove statiche e il collaudo di tutti i ponti sul Rupinaro avvenuti in primavera (Corso Genova, Corso Italia, Via Descalzi, Via Santa Chiara, la passerella pedonale che collega Via Santa Chiara a Via Colonello E. Franceschi; il ponte di Via Dei Lertora a Sampierdicanne. Corso Valparaiso e Viale Tappani già collaudati nel 2018), i tecnici incaricati ci consegneranno a fine ottobre i dati risultanti delle indagini geologiche e meccaniche effettuate in questo periodo, che verranno elaborati in modo da redigere apposite schede descrittive rappresentative dei singoli tratti, funzionali a fornire una prima valutazione di eventuali criticità. Successivamente, i dati permetteranno l’esecuzione di verifiche strutturali in relazione ai diversi scenari che gli studi idraulici forniranno (es. livelli idraulici, quote di scavo a progetto, ecc.). Mettendo insieme tutti i pezzi di questo intricato puzzle di analisi, saremo in grado a fine anno di discutere con Regione Liguria il possibile scenario da tenere in considerazione per definire il progetto definitivo di messa in sicurezza e mitigazione del rischio idrogeologico del torrente Rupinaro».