Santo Stefano d'Aveto ricorda Albino Badinelli
Nel 78esimo anniversario della scomparsa

Nel 78° anniversario dall’offerta della sua vita, l’Arma dei Carabinieri e la Comunità di Santo Stefano d’Aveto hanno fatto memoria questa mattina del Servo di Dio Albino Badinelli, per il quale la Diocesi di Chiavari ha aperto lo scorso febbraio il processo di Beatificazione e Canonizzazione.
In questa occasione è stata resa pubblica la preghiera composta dal Vescovo, mons. Giampio Devasini, per invocare l’intercessione del Servo di Dio e che sarà diffusa sul territorio diocesano nei prossimi giorni.
Alla commemorazione sono intervenuti il Colonnello Gianluca Feroce, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Genova, il Sindaco di Santo Stefano d’Aveto, Giuseppe Tassi, il Parroco, don Emilio Nicolini, e i familiari del Servo di Dio. Rappresentati anche la Compagnia Carabinieri di Sestri Levante, nella persona del Maggiore Luca Emilio Mechilli, l’Associazione Nazionale Carabinieri, gli Alpini e il Comitato Albino Badinelli.
La celebrazione si è svolta in un clima commosso. Dopo gli onori militari e la deposizione delle corone, il Cappellano militare, don Massimo Gelmi, ha impartito la benedizione e don Tommaso Mazza, Presidente del Comitato e pronipote del Servo di Dio, ha recitato per la prima volta la preghiera composta dal Vescovo.
La vicenda
Tutto ebbe inizio il 2 settembre del 1944: rispondendo ad un ordine perentorio del maggiore Cadelo, con il quale minacciava di fucilare 20 ostaggi e di incendiare il paese se tutti gli sbandati e i renitenti alle armi non si fossero presentati presso la Casa del Fascio di Santo Stefano d’Aveto, Badinelli raggiunse spontaneamente il comando e si presentò a Cadelo. Quest’ultimo appena seppe che era un carabiniere lo considerò un disertore e lo condannò immediatamente a morte tramite plotone di esecuzione. Chiesto di potersi confessare – cosa che gli fu negata –, Albino ebbe tuttavia la possibilità di confidarsi con monsignor Giuseppe Monteverde che, avvertito da un ragazzo, lo aveva raggiunto presso la Casa del Fascio. Il sacerdote ascoltò le sue ultime volontà e gli consegnò un crocefisso. Accompagnato dal Monsignore, il giovane carabiniere fu portato nei pressi del cimitero e, posto di spalle contro il muro, fu immediatamente fucilato. Poco prima di ricevere la scarica mortale esclamò baciando il crocifisso: «Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Lo scorso 26 febbraio il Vescovo Devasini ha aperto nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto la fase diocesana del processo di Beatificazione e Canonizzazione di Badinelli, al quale sta attualmente lavorando il Tribunale appositamente costituito.