Scomparsa del dottor Grasso, il ricordo della Società Economica: "Perdiamo una colonna"
Un affetto profondo (e corrisposto) che lo portò a decidere, in accordo con sua moglie Giovanna, di nominare proprio l'Economica erede dei loro beni
Nel "doveroso intento di rispettare le sue volontà testamentarie", è con grande cordoglio che la Società Economica comunica soltanto oggi la dipartita di Gian Francesco Grasso, “U meghu” come affettuosamente si faceva chiamare dai più. Il rito funebre, come lui stesso aveva disposto, si è svolto in forma strettamente privata questa mattina nel cimitero cittadino, dove ora riposa accanto alla sua amatissima “Nanna” ovvero la moglie, Giovanna Scalabrino.
"Noi tutti perdiamo un amico e una guida"
Nato il 26 agosto 1925, Gian Francesco Grasso, divenne socio della Società Economica nel 1968 e vi si dedicò sempre con impegno e passione, parallelamente alla sua professione di medico di famiglia, svolta con altrettanta dedizione. Un impegno quello in seno all'Economica, che andò intensificandosi, quando nel 1993 Grasso andò in pensione dall'attività medica e vi si poté quindi dedicare pressoché a tempo pieno. Nel 1996, dopo aver collaborato assiduamente apportando idee e visione, subentrò all'avvocato Evasio Boggiano nella direzione della Biblioteca, ruolo che ricoprì con competenza per oltre vent'anni.
Collezionista di opere d'arte, lettore appassionato, affabulatore arguto (indimenticabili sono le sue “conferenze” che per oltre vent'anni tenne il 1° sabato di ottobre, raccontando in dialetto genovese aneddoti, burle e personaggi della Chiavari di un tempo) autore di numerose pubblicazioni (tra le quali un compendio della storia della Società Economica) Gian Francesco Grasso è stato un uomo innamorato della culturale, della bellezza e della vita.
Così il presidente della S.E. Francesco Bruzzo:
"Con la sua scomparsa, la Società Economica perde una colonna e noi tutti perdiamo un amico e una guida. Nel lunghissimo cammino fatto con il nostro sodalizio, Gian Francesco Grasso è sempre stato una figura chiave, lucida e coerente, che ha permesso di far progredire questa istituzione della quale era, come lui stesso diceva “irrimediabilmente conquistato” e che definiva “un faro di cultura per Chiavari e per il suo circondario”.
Un affetto profondo (e corrisposto) che lo portò a decidere, in accordo con sua moglie Giovanna, di nominare proprio la Società Economica erede dei loro beni, con un gesto di generosità e senso civico, ammirevole e raro di questi tempi e che ci permetterà di accrescere la proposta culturale ed educativa da offrire alla città nel loro ricordo. La sorte ha voluto che fossi io, in quanto attuale presidente, anche a nome dei presidenti del passato e di tutta la grande famiglia della Società Economica di Chiavari, a porgere l'estremo saluto all'amico Gian Francesco Grasso, Franco per tutti noi, a cui abbiamo avuto la fortuna di essere stati affettuosamente vicini fino all'ultimo respiro.
Socio ultracinquantennale e per vent'anni saggio responsabile della nostra biblioteca, alla quale ha garantito la continuità e la funzione pubblica, è membro amato e rispettato di questa famiglia, con la sua intelligenza, nostro punto di riferimento costante anche nei rapporti con i soci.
Chiunque abbia percorso con lui un tratto di strada non potrà mai dimenticare la saggezza dell'uomo di cultiura e la sua bonaria e spiritosa 'chiavaresità'. Ciò che per generosità e spirito di appartenenza ha voluto lasciarci ora in eredità materiale, non sarà mai pari all'incredibile quantità di rapporti, di consigli, di accordi, che restano una dote imperitura della nostra compagine, dimostrando perchè persone come lui hanno permesso alla Società Economica di vivere 230 anni".