Scoperto un nuovo relitto a Camogli - IL VIDEO
La scoperta dei due sommozzatori Gabriele Succi ed Edoardo Sbaraini
Un nuovo relitto è stato scoperto negli abissi di Camogli da due sommozzatori professionisti: Gabriele Succi ed Edoardo Sbaraini, titolari della ditta di lavori subacquei “Rasta Divers” di Santa Margherita Ligure.
Il video
Durante un’immersione a una cinquantina di metri di profondità nella zona di Porto Pidocchio, nell’Area Marina Protetta di Portofino, i due si sono imbattuti in una serie di elementi lignei disposti a pettine: subito hanno colto l’importanza del rinvenimento, estremamente raro in quanto il legno difficilmente si conserva sul fondale se non viene sepolto dai sedimenti marini.
La loro tempestiva segnalazione alla Soprintendenza, prevista dalla legge, ha dato il via ad una serie di immersioni, in cui gli stessi scopritori hanno lavorato al fianco degli operatori subacquei della Soprintendenza e dei Carabinieri Subacquei per le operazioni di ricognizione e i primi necessari rilevamenti del sito, anche in presenza del Nucleo di Genova del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Il Sindaco di Camogli, Francesco Olivari:
"Anche in questo periodo di confinamenti il nostro mare è fonte inesauribile di scoperte che ci aprono a spazi ed epoche diverse. Grazie a questa scoperta eccezionale, col coordinamento della Soprintendenza e la collaborazione dei Carabinieri, le ricerche arricchiranno la conoscenza anche storica dei nostri fondali".
Le immagini
I primi risultati confermano il grande interesse del ritrovamento, in quanto la porzione di scafo visibile può essere riconducibile ad un relitto della prima età moderna, di cui oggi sono noti pochissimi esempi nel Mediterraneo. Gli studi ovviamente sono ancora in corso e, vista l’importanza del sito, la Soprintendenza sta sviluppando un ampio progetto di ricerca con partners internazionali, per precisarne datazione e caratteristiche tecnico-costruttive e tentarne, in ultimo, l’identificazione. Non è un mistero che lo specchio di mare di Punta Chiappa sia stato scenario nel 1579 del noto naufragio della grande nave ragusea Santo Spirito e S. Maria di Loreto, oggetto a partire dagli inizi degli anni ’70 del secolo scorso di ripetuti tentativi e successivi programmi di ricerca, la cui storia può essere ricostruita nel dettaglio grazie ai documenti conservati a Genova e in numerosi altri archivi italiani ed europei.