A soli 20 anni alla Casa Bianca: la storia di Giovanni

Ex studente al Liceo Classico Delpino, cresciuto a Leivi e a Chiavari

A soli 20 anni alla Casa Bianca: la storia di Giovanni
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A soli 20 anni ha già avuto un’esperienza lavorativa nell’ufficio stampa della Casa Bianca. Stiamo parlando di Giovanni Corrado, ex studente al Liceo Classico Delpino di Chiavari, cresciuto a Leivi e a Chiavari.
Nel 2018 si laureerà in Governo e Pubblica Amministrazione con una Concentrazione in Economia alla Franklin & Marshall College in Pennsylvania. Tra le altre cose, è fondatore e presidente di New Politics Now, un portale interattivo per studenti con la missione di dare una voce alla sua generazione. E fellow (membro) per la Fondazione delle Nazioni Unite.

(Nella foto in alto, Giovanni Corrado con Sean Spicer, ex Segretario Stampa della Casa Bianca)

Giovanni, ci vuoi raccontare il tuo percorso dal Tigullio... all'America?

«Sono nato e cresciuto nel Tigullio. Per me è un posto splendido che mi ha regalato un'infanzia bellissima. Però, a 17 anni, ho deciso di cambiare la mia vita e giocarmi le mie carte in America, trasferendomi a Miami da solo. Dopo tanto lavoro e un costante supporto da parte dei miei genitori, ho ricevuto un borsa di studio per la Franklin & Marshall College, dove studio governo e pubblica amministrazione».

Come sei entrato nella Casa Bianca e quanti candidati hai dovuto fronteggiare? Quali qualità erano richieste?

«Sono stato uno dei quattro selezionati per l'ufficio stampa della Casa Bianca. In tutto eravamo 130 stagisti suddivisi in diversi uffici. Più di 7000 persone hanno mandato la richiesta d'ammissione per la classe inaugurale di stagisti per il 2017. Il processo di selezione è olistico, guardano tutto. Cercano di trovare persone speciali, che pensano in modo diverso e al contempo dimostrano disciplina e serietà. Il programma per stagisti della Casa Bianca è il programma politico più prestigioso e selettivo del mondo».

Foto di gruppo degli stagisti: il presidente Donald Trump è al centro

Immagino che avrai incontrato diverse volte Donald Trump: che tipo di persona è?

«Ho avuto la possibilità di vedere il Presidente alcune volte e parlare con lui durante l'incontro con altri stagisti. Personalmente e privatamente, è una persona estremamente piacevole, aperta, e disposta ad ascoltare. Molte persone lo giudicano per quello che leggono sui giornali, la realtà è molto diversa».

Parliamo del Tigullio e più in generale dell'Italia: i giovani possono sperare in un futuro dignitoso in questo Paese? Quali sono a tuo avviso le “armi” che devono usare per farsi valere?

«Il Tigullio, come del resto l'Italia, è un posto stupendo ma che non valorizza i giovani talenti. Per ottenere risultati ci vuole competizione e meritocrazia. I giovani devono essere stimolati! I loro sogni incentivati, e le loro abilità riconosciute. Penso che l'Italia abbia molto lavoro da fare in questo ambito. I nostri rappresentanti politici devono riconoscere che la formazione dei leader di domani è fondamentale. Molto spesso si fa presto a biasimare i giovani, alcuni hanno anche il coraggio di chiamarli "pigri." Si sbagliano. Il problema non sono i giovani. Il problema è un sistema stagnante che fallisce nell’alimentare le loro ambizioni».

Torni abitualmente nel Levante ligure? I tuoi dove vivono? Rimarrai in America o pensi di ritornare in Italia un giorno?

Giovanni Corrado durante una conferenza stampa ufficiale della Casa Bianca con la Segretaria Stampa Sarah Sanders

«Torno a Chiavari due volte l'anno e passo ancora almeno 3 mesi in Italia. Adoro la mia terra. I miei genitori abitano entrambi ancora nel Tigullio. Mio padre si chiama Antonio Corrado ed è medico. E' innamorato del Tigullio e mi ha trasmesso i valori di attaccamento alla tua gente. Mia madre, Milena Vengoechea, è internazionale. E' nata in Colombia e si è educata negli Stati Unite e Svizzera. Tutt'oggi vive a Chiavari da più di 25 anni e gestisce un'azienda di e-commerce. Non penso di tornare a vivere in Italia, la mia casa ormai sono gli Stati Uniti. Mi sento a mio agio ed amo la mia comunità a Miami, dove farò la mia prima campagna elettorale».

Quali prof del liceo ricordi con piacere? C'è qualcuno che ti ha lasciato il “segno”?

«Tutt'oggi, considero il Liceo Classico Delpino un'istituzione di massimo livello. I professori, guidati da una preside molto competente, sono eccellenti e non hanno nulla da invidiare ai professori Americani. Ricordo sempre con piacere la mia prof di Greco, Mariella Galletti. La prof Galletti è severa, giusta, ed intelligente. Mi ha insegnato la disciplina e la serietà. Ricordo anche con moltissimo piacere i miei compagni più stretti al Liceo che mi hanno sempre sostenuto. Matteo Bastogi, Valentina Botto, e Jochen Kusmic in primis, amici leali a cui sarò sempre grato».

Cosa vuol dire per te fare politica?

Con il sempre sorridente Bryant. "Un impiegato sordo-muto della Casa Bianca. Lui è stata la persona che più mi ha inspirato quest'estate" spiega Giovanni Corrado

«Per me fare politica vuol dire semplicemente servire la gente. Il politico è un rappresentante, e servire la gente dev'essere un onore. Purtroppo il politico ha una brutta fama perchè il potere troppo spesso corrompe le persone. Le fa sentire invincibili. Bisogna rimanere con i piedi per terra, rigare dritto, e ricordarsi costantemente dell'onore che si ha nell'aiutare le persone più in difficoltà. Per ora mi concentro al lavoro che devo fare giorno per giorno. Adoro avere grandi progetti futuri, ma ora come ora mi sto preparando per iniziare una carriera e finire i miei studi. Voglio imparare a conoscere a fondo i problemi che la comunità della Florida ha identificato e trovare una soluzione».

Quali caratteristiche imprescindibili, a tuo avviso, deve avere un buon politico?

«Un politico deve avere integrità. La gente è stufa delle bugie e promesse vuote. Politici italiani, svegliatevi! Le persone non sono stupide, capiscono benissimo quando avete doppie intenzioni. Bisogna restaurare l'integrità nel sistema politico italiano. Per farlo, gli individui devono alzare la voce e far capire ai politici che fanno sul serio».

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