Regione

Spese pazze, “tentativi imbarazzanti di far passare spese come missioni”

È quanto scrivono i giudici nelle oltre 700 pagine di motivazioni della sentenza con cui hanno condannato i 19 ex consiglieri regionali della Liguria

Spese pazze, “tentativi imbarazzanti di far passare spese come missioni”

Una gestione “opaca” con modalità confuse dei rimborsi elettorali attraverso documentazione “che nessuno controllava ma che confluiva nei rendiconti annuali”. E’ quanto scrivono i giudici del tribunale di Genova nelle oltre 700 pagine di motivazioni della sentenza con cui hanno condannato i 19 ex consiglieri regionali della Liguria accusati di peculato nell’ambito del processo per le spese pazze in Regione nella legislatura 2005-2010. Tra i condannati i consiglieri eletti nel Levante, Ezio Chiesa (Pd) 17 mesi e dieci giorni, Giacomo Conti (Rifondazione)19 mesi, Gino Garibaldi (Forza Italia) 20 mesi.

È quanto scrivono i giudici nelle oltre 700 pagine di motivazioni della sentenza con cui hanno condannato i 19 ex consiglieri regionali della Liguria

I magistrati sottolineano come le centinaia di “pezze giustificative” contestate non possano essere considerate spese attinenti all’attività politica. Si va dai libri, ai cd dei Pink Floyd o Led Zeppelin, fiori e vestiti, passando per gli alberghi di lusso nelle località sciistiche e trattamenti di bellezza e i videogiochi, oltre che i rimborsi per i viaggi e i taxi usati in città o i parcheggi a pagamento. “I tentativi di fare passare come spese collegate alle iniziative del gruppo consiliare sono risultati vani, oltre che imbarazzanti”, si legge. “In dibattimento si è tentato – sottolineano – di fare rientrare tali spese tra quelle collegate ai lavori del consiglio regionale sulla base degli interessi dei singoli consiglieri particolarmente ‘attenti’ ad argomenti trattati in zone turistiche della montagna francese o italiana… come se lo studio dei lupi del Mercantour o delle costruzioni di Livigno o delle aree verdi di Casei Gerola con la relativa migrazione di uccelli dovessero essere considerate missioni”.