Sponsor e false fatture, 5 denunce tra cui Pierluigi Piombo
Nei guai Stefano Radice, presidente della Tigullio Calcio a 5 e altri 3 imprenditori

False fatture agli sponsor per fare evadere il fisco. Lo hanno scoperto i finanzieri di Genova che hanno denunciato i rappresentati legali di quattro imprese e della associazione sportiva dilettantistica di Chiavari che emetteva le fatture.
Nei guai Stefano Radice, presidente della Tigullio Calcio a 5, e altri 3 imprenditori
Secondo le fiamme gialle, coordinate dalla procura, la Tigullio Calcio a 5 di Stefano Radice avrebbe emesso fatture parzialmente false per servizi di sponsorizzazione per un importo di oltre 461 mila euro nei confronti di quattro imprese operanti nel Tigullio al fine di consentire a queste l'evasione delle imposte sui redditi e dell'Iva.
Fra gli indagati spicca il nome di Pierluigi Piombo, già vice sindaco a Chiavari all'inizio del mandato del sindaco Roberto Levaggi (aveva delega all'urbanistica) e oggi presidente della controllata "Marina Chiavari", la società che gestisce il porto turistico chiavarese.
Dalle indagini è emerso che la società dilettantistica gonfiava le fatture permettendo agli sponsor di dedurre un maggiore imponibile di quello pagato e di detrarre maggiore Iva.
L'associazione, potendo vantare su un regime fiscale agevolato che permette il pagamento delle imposte sulla base di una percentuale dei ricavi, una volta incassate le somme, restituiva parte delle stesse alle aziende sponsorizzatrici.
Le uscite dell'associazione sportiva venivano giustificate attraverso pagamenti mai avvenuti di compensi o rimborsi spese ad atleti e dirigenti sportivi e grazie a tale modus operandi consentivano all'associazione sportiva che ha emesso i documenti e alle 4 imprese beneficiarie della frode, di ottenere un indebito risparmio di imposte, dirette ed indirette, di oltre 258 mila euro.
I reati contestati sono emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. A Piombo il pubblico ministero contesta un'evasione di 26mila euro. Soldi che dalle casse del "Panificio Luca" sono finiti nel giro delle finte sponsorizzazioni.
La procura ha chiesto e ottenuto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, dei beni nella disponibilità dei soggetti sottoposti alle indagini per un valore di oltre 240 mila euro.