Terreni a Rezzoaglio, la battaglia a colpi di documenti continua

Benzoni: «Un perito? Così perdiamo tempo e soldi»

Terreni a Rezzoaglio, la battaglia a colpi di documenti continua
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La storia dei proprietari in rivolta, che sfidano il Comune a suon di atti, non ha più bisogno di presentazioni. Diverse settimane fa il Comune di Rezzoaglio, o meglio, la sua giunta, o per essere ancora più precisi il sindaco ingegnere e l’assessore piacentino, hanno approvato una delibera che ha fatto infuriare diverse frazioni.

Terreni a Rezzoaglio, la battaglia a colpi di documenti continua

Il Comune si arroga il diritto di prendere in gestione, per poi affittare alcune aree, peccato che in quell’elenco siano finite alcune comunanze agrarie, aree di proprietà degli abitanti. Precisamente Cerisola, Rocca e Villanoce hanno scritto a Prefetto, segretaria comunale e giunta, mandando loro gli atti che sanciscono la proprietà delle aree indicate in delibera. La risposta non si è fatta attendere. Peccato che a rispondere sia stata la sola segretaria, Maria Chiesa Sartori: «La sottoscritta e il responsabile dell’area tecnica Claudio Razzetti, stanno approfondendo le procedure, grazie al supporto del referente, Damiano Penco, del competente Ufifcio Regionale “Settore Politiche della Montagna e funa selvatica”, al fine di fare al più presto chiarezza sull’utilizzazione dei boschi e dei pascoli». La segretaria precisa che l’analisi del voluminoso quantitativo di documenti sta richiedendo molto tempo: «E con ogni probabilità, vista la complessità degli stessi, non si esclude la nomina di un perito esterno che ci aiuti in questo difficile compito». I punti degni di nota sono almeno due. Un perito esterno, pagato con i soldi dei cittadini, per verificare atti e documenti che avrebbero dovuto studiare e procurarsi loro stessi (giunta e segrataria) prima di redigere, e approvare la delibera?
Lasciando da parte il fatto che, prima si fanno le ricerche e poi si realizzano le delibere, una domanda sorge spontanea. Quali documenti ha trovato il Comune? Mentre i residenti erano obbligati a reperire documenti che dimostravano la proprietà delle aree, il Comune si impegnava nelle ricerche, per dimostrare la legittimità della decisione.

Non le manda certo a dire il consigliere di minoranza Enrico Benzoni che in una lunga lettera, ricapitola tutta la storia, ribadendo per l’ennesima volta la differenza tra usi civici e comunanze agrarie - e visto l’accaduto ripeterlo non fa mai male - e sottolinea che «si doveva e si poteva evitare questa diatriba che ha portato, e porterà, ancora perdite di tempo e denaro». Considerando il fatto che già a settembre la minoranza, con Walter Fontana, aveva chiesto di stralciare la delibera. Ma anche questa richiesta è caduta nel vuoto. Mareschi e Fontana hanno continuato ad incaponirsi, in quello che per l’opposizione e non solo, è un grave errore. «Perché anche la lettera oltre da quelle rassicuranti ai comitati non è firmata dal sindaco quando la delibera in questione era firmata da lui stesso e dall’assessore? E ancora perché quando il gruppo di minoranza chiese di stralciare per evidente illegittimità la definizione di “proprietà comunale” non si affrontò un serio approfondimento ma si oppose un muro?
Una critica costruttiva dal gruppo di minoranza è anche collaborazione e in questo caso avrebbe evitato di disperdere tempo per tutte le persone coinvolte, e nel caso di una nomina di un perito esterno anche denaro, e conseguentemente avremmo visto delibera e regolamento senza inesattezze». Walter Fontana non ha fatto in tempo a vedere gli sviluppi sulla battaglia dei terreni, ma ha dei buoni eredi che la stanno portando avanti, con tenacia e determinazione.

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