La storia

Tetraplegico "parcheggiato" nelle aree Covid, l'appello della moglie

Un calvario di ricovero in ricovero e la paura che possa contrarre il virus proprio in ospedale

Tetraplegico "parcheggiato" nelle aree Covid, l'appello della moglie
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È una storia complicata e difficile quella che Daniela Montemurro ha raccontato al Nuovo Levante. Il marito Luciano Nobile, 42enne, tetraplegico da quando alcuni anni or sono è stato colpito da una emorragia cerebrale, sviluppa una polmonite bilaterale e sintomi febbrili. Viene ricoverato prima a Sestri Levante, dove viene sottoposto al tampone che risulta negativo. Poi migliora, l'ospedale si prepara alle dimissioni ma il medico di base, riferisce Daniela, si oppone, e il marito viene trasferito a Lavagna nel reparto di Medicina. Inizialmente in un'area non Covid ma poi, sottoposto ad un nuovo  tampone, viene trasferito in un'area "ipotetica" Covid, proprio in quanto in attesa dei risultati del nuovo test. Risultati che tardano ad arrivare, e la paura della moglie è ovvia: che corra il rischio di contrarre il virus proprio in ospedale.

Il racconto completo è sulle pagine del numero in edicola da oggi de Il Nuovo Levante, ma qui vi possiamo aggiungere una, almeno in parte, buona notizia: i risultati di quel secondo tampone, che si facevano attendere da ormai otto giorni, sono finalmente arrivati: il signor Luciano è ancora negativo. O, almeno, lo era al momento del tampone, otto giorni fa. E nel frattempo? L'appello di Daniela Montemurro resta dunque aperto: chiede infatti «il rietro immediato presso il domicilio perché Luciano possa essere assistito nel modo più adeguato e con la supervisione continua che purtroppo attualmente non è possibile in ospedale considerate le continue emergenze legate al Coronavirus».

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