Femminicidio

Uccisa dall'ex in pieno centro con 40 coltellate: l'orrore a Genova

L'uomo l'ha aggredita nel suo negozio dopo mesi di persecuzioni, stalking e gesti plateali: tante volte aveva minacciato di uccidersi, senza mai farlo davvero; nell'uccidere non si è fermato

Uccisa dall'ex in pieno centro con 40 coltellate: l'orrore a Genova
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Dopo le prime ore concitate, fatte di condizionali, caccia all'uomo e, soprattutto, sgomento, si è andata man mano chiarendo la dinamica, così come i dettagli, dell'orrore consumatosi ieri sera in via Colombo, in pieno centro a Genova, dove una donna è stata uccisa dall'ex compagno.

Uccisa dall'ex in pieno centro con 40 coltellate: l'orrore a Genova

Si tratta di Clara Ceccarelli, 69 anni, titolare di un negozio di calzature in via Colombo. E, come riepiloga il Secolo XIX di oggi, proprio in negozio si trovava quando è arrivato lui, l'ex compagno di 60 anni, Renato Scapusi. Sono circa le sette di sera: secondo quanto ricostruito attende che i clienti si allontanino e la donna resti sola; quindi si avventa contro di lei, con un coltello da cucina: 4o, letali coltellate, testimoni di una furia folle e senza controllo. Quindi la fuga, verso la centralissima via XX Settembre, tra i passanti, come in un film. Dell'orrore.

La tipologia di delitto in realtà appare abbastanza chiara da subito alle Forze dell'Ordine: l'accanimento sulla vittima, il fatto che dal negozio non fosse stato rubato nulla e poi le testimonianze dei passanti ed altri commercianti della zona, alcuni dei quali conoscevano la storia della donna e del suo ex che avrebbe annunciato nei giorni precedenti l'intenzione di fare "colpi di testa". Scatta la caccia all'uomo, rintracciato poche ore dopo: bloccato dagli agenti mentre tenta di gettarsi da un muraglione. E, poco dopo ancora, la confessione: "Sì, sono stato io".

Scapusi è un artigiano edile, con una storia difficile alle spalle, anche di problemi psichiatrici e precedenti ripetuti tentativi di suicidio. Poi la relazione con con la Ceccarelli, che però termina a marzo scorso: tra i tanti problemi che continuavano a perseguitarlo, la ludopatia, che gli aveva fatto sperperare il denaro dei due. Quindi, come troppo spesso accade e si sente raccontare, inizia l'inferno dello stalking e della persecuzione e, di nuovo, le tante minacce di suicidio, anche platealmente dichiarate o messe in scena sebbene mai davvero tentate concretamente. Tanto che la donna aveva già tentato di denunciare mesi fa. Ma, in situazioni del genere, purtroppo molte volte poco può una denuncia.
Ancora solo pochi giorni fa un altro plateale tentativo di suicidio, per cui il ricovero in psichiatria al Galliera. Da cui era stato dimesso un paio di giorni fa. E così, infine, è arrivata la conclusione che troppe volte si ripete al termine di questo genere di storie: l'omicidio. O femminicidio, certo: l'attenzione, però, ancora una volta si dovrebbe forse soprattutto concentrare sull'impotenza del sistema nel prevenire che queste spirali, così spesso così simili fra loro, raggiungano il loro ultimo, tragico apice.

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