“Uons apòn etàim”, ecco il nuovo e divertente libro del liutaio Carlo Doria
"Ho voluto continuare a scrivere di me, di altri, di cose raccontate da amici quasi dimenticati, facce sbiadite che valeva la pena di restaurare"

La penna del liutaio Carlo Doria colpisce ancora e dopo il successo del primo libro pubblicato pochi mesi fa (“29 Racconti”), è già pronto il secondo: “Uons apòn etàim” (Internos edizioni), 211 pagine che alternano storie di personaggi curiosi a momenti di riflessione, senza contare anche due spettacolini inediti e un romanzo breve. Dove i piccoli, grandi eroi sono le persone che incontri ogni giorno.
Il personaggio
Insomma, una lettura piacevole, che scorre veloce come un fiume: Doria ha un modo di scrivere spontaneo, mai pesante, scorrevole e divertente.
Classe 1952, laureato in Scienze Politiche nel 1977, voleva fare il giornalista ma poi ha fatto tutt’altro. Il mestiere di liutaio lo ha accompagnato per 40 anni, lasciandogli però il tempo e la voglia di coltivare altre passioni: tra violini, chitarre e quant’altro, ha trovato modo per scrivere e collaborare con riviste e giornali, toccando gli argomenti più disparati. C’è un filo che unisce il liutaio e lo scrittore, è la voglia di ridare vita e luce a qualcosa:
"In questo nuovo libro ho voluto continuare a scrivere di me, di altri, di cose raccontate da amici quasi dimenticati, facce sbiadite che valeva la pena di restaurare".
Doria vede la cultura non tanto come un "accessorio o un obbligo", ma piuttosto come una "passione" che negli anni lo ha portato a spasso verso nuove scoperte. Suo compagno di viaggio, da sempre, l’umorismo che lo contraddistingue. Non ama le etichette ("Molta gente deve etichettare tutto, per insicurezza, per cercare certezze che non trova e che non troverà mai. Ma le etichette, ahimé, si staccano") e scrive principalmente per "condividere quanto abbia imparato nella vita", un’arte che non finisce mai.
Il libro doveva uscire a febbraio, poi c’è stata l’emergenza coronavirus e tutto si è rallentato: ma non la voglia di raccontare, ricordare, fissare sulla carta. Così, ancora prima che uscisse il suo secondo libro, Carlo ha già “sfornato” il terzo libro: non lo ferma più nessuno.