Centrale di Neirone, l’energia pulita dall’acqua ai volts
Una panoramica della centrale idroelettrica, tra la tecnologia e l'arte industriale
Attiva da più di settant’anni è alimentata da un sistema di condotte e da un bacino di carico tutti realizzati artigianalmente sulla montagna con vere e proprie opere d’arte idrauliche. E continua a trasformare l’acqua in energia pulita: è la centrale idroelettrica di Neirone.
La centrale
Quasi sei chilometri di condotte che si snodano tra i castagni, seguendo i crinali della montagna, rivestite dal muschio che le mimetizza e le integra con il bosco. E’ il sistema di alimentazione della centrale idroelettrica di Neirone, in funzione da più di settant’anni. La condotta che attinge dal torrente Neirone sotto il borgo di Roccatagliata e trasporta l’acqua sino al bacino di carico della centrale è stata tutta costruita sul posto, a partire dal 1940, da operai e tecnici della zona, dando forma e assemblando nel cemento armato ogni segmento della tubazione, grande o piccolo.
“È stata realizzata tutta artigianalmente, a mano – dice Stefano Sudermania, sindaco di Neirone – da operai della zona diretti da un ingegnere idraulico. Per la condotta principale si sagomava il cemento armato in seste di legno, ottenendo le due metà del tubo che poi si congiungevano insieme e si continuava così, segmento per segmento. Oltre alla tubazione principale lungo il percorso ci sono arricchimenti dai ruscelli del versante e alcuni di questi collegamenti sono autentiche opere d’arte idraulica, come se ne vedono davvero poche.”
Lungo la condotta principale, oltre ai punti di arricchimento, in pratica i suoi affluenti, troviamo anche ponti in pietra a sostenerla mentre attraversa le sinuosità dei versanti sino ad arrivare al bacino di carico, a picco sopra la centrale idroelettrica.
“Il bacino – racconta Stefano Sudermania – è stato costruito contemporaneamente alla centrale, alle condotte e alle opere di presa nei primi anni ’40 ed è abbastanza capiente. Alimenta attraverso una condotta forzata la centrale di Neirone, progettata per una potenza fino a 5 Megawatt, ma dipende delle condizioni climatiche e quest’anno, con molti mesi di siccità, non è stato certo fruttuoso come altri”. Nel bacino è stato da poco inserito un sistema di nuove paratie, comandate a distanza, che utilizza in modo completamente automatico anche macchinari avanzati per ripulire la vasca dai depositi di terriccio, fango e dalle foglie. La centrale idroelettrica a Neirone alimenta, indirettamente, anche il bilancio comunale. “Facciamo parte – spiega il sindaco – del bacino imbrifero montano dell’Entella e come stabilisce la legge del 1953 tutti i Comuni con rivi che portano acqua al bacino di carico di una centrale idroelettrica hanno diritto a un canone che i gestori delle centrali versano ogni anno al bacino imbrifero. Per questa centrale Neirone riceve dal bacino montano dell’Entella circa 30.000 euro annui.”
Dall’alto del bacino scendiamo a Cerisola, dove c’è la centrale idroelettrica di Neirone. Sino ai primi anni ’80 era del Comune poi è stata ceduta a imprenditori privati. La proprietà attuale è della famiglia piemontese Barbero e l’elettricità prodotta è venduta all’Enel che la distribuisce nella rete, spiega Gian Paolo Burrofato, addetto a questa storica fabbrica di energia.
“La centrale – dice Burrofato – funziona con tre coppie di turbine e di generatori di corrente. Sotto la spinta dell’acqua a pressione le pale ruotano e il motore produce elettricità. L’acqua arriva alle turbine con una pressione di 24 bar perché il dislivello fra il bacino di carico e la centrale è di circa 240 metri e l’acqua nella condotta forzata acquista un bar ogni dieci metri di caduta. Tutta l’elettricità è venduta al gestore Enel che ad alta tensione la immette nella sue linee”. Passare dall’acqua ai volts “è la cosa più semplice – dice Gian Paolo Burrofato – e lo facciamo utilizzando al meglio quello che il territorio offre per produrre energia pulita.”