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Cesare Ferrari, gli scatti del fotografo esploratore rivivono in un incontro

Sabato 23 novembre alle ore 16, in occasione della presentazione del quarto e ultimo libro della piccola collana “Tigullia intus”

Cesare Ferrari, gli scatti del fotografo esploratore rivivono in un incontro
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Si parlerà anche della particolare "architettura ellittica" sabato 23 novembre, ore 16, alla Società Economica di Chiavari in occasione della presentazione del quarto e ultimo libro della piccola collana “Tigullia intus” nel quale, come nei precedenti, sono riprodotte le fotografie scattate verso la fine degli anni ’60 da Cesare Ferrari, il fotografo-esploratore che ha fatto nelle valli del bacino dell’Entella e in Val d’Aveto una accurata rilevazione degli antichi portali (l’elemento più caratterizzante) traendone la conclusione che il loro schema megalitico rappresenta "l’unitaria manifestazione di una trascurata civiltà dei monti”.

L'architettura eulitica

"Precisiamo subito che per “Architettura eulitica” - sottolinea Renato Lagomarsino - si intende un tipo di edilizia caratterizzato da particolari elementi non presenti nell’architettura della Romanità e nemmeno nel Romanico dei primi secoli dopo il Mille. La sua presenza trova corrispondenza con i territori longobardi e franchi. Sembra pertanto essere l’espressione di un disegno per così dire politico manifestatosi nell’Alto Medioevo, tra il VII e il IX secolo. A questa collocazione temporale è pervenuto lo studioso Osvaldo Garbarino attraverso una ricerca durata alcuni decenni. Sua è anche la definizione di “Architettura eulitica”, ossia “della bella pietra”, perché le costruzioni presentano ovunque elementi comuni, come portali dall’aspetto monumentale e cantonali realizzati con pietre accuratamente lavorate e sovrapposte.

In realtà che si tratti di una manifestazione unitaria non c’è dubbio, ma la loro diffusione, riscontrata da Garbarino anche in aree marine come Vernazza e Portovenere, fa capire che non si tratta di “civiltà dei monti” ma di ben altro, ossia di un modello costruttivo applicato a costruzioni che avevano uno scopo ben preciso: presidiare il territorio e favorire il sorgere di nuovi insediamenti.

La loro assenza sia nell’edilizia romana sia nel Romanico ha portato a concludere che la loro origine vada individuata nel periodo successivo alle prime invasioni barbariche, all’epoca del dominio longobardo-carolingio, durante il quale si è manifestato il primo rinnovamento dopo la decadenza dell’impero romano e gli sconvolgimenti che ne sono seguiti".

Il libro della piccola collana “Tigullia intus” sarà presentato all'Economica

Osvaldo Garbarino, che ha in un primo tempo ha incontrato scetticismo, con le prove che nel corso degli anni è riuscito a raccogliere ne è fermamente convinto, e nel libro che sabato sarà presentato rivolge un pensiero di gratitudine a Cesare Ferrari per avergli ispirato, con la scoperta dei caratteristici portali nei borghi del nostro entroterra, un tema di studio con il quale gli è stato possibile inquadrare nel tempo l’origine di una così particolare forma di architettura, diffusa non solo qui ma anche altrove.

Cesare Ferrari avrebbe voluto pubblicare le immagini da lui raccolte durante "tanti faticati bellissimi giorni", come ha scritto in un appunto ritrovato tra le sue carte, in un volume che non è riuscito a fare perché il 17 giugno del 1983, mentre era intento a sfogliare il ”suo” libro sulle Cinque Terre fresco di stampa, ha concluso improvvisamente la sua appassionata e meritoria opera di “esploratore” della Liguria.

Questo volumetto, e i tre che lo hanno preceduto, la cui realizzazione è dovuta a Renato Lagomarsino del Centro Culturale Lascito Cuneo di Calvari, vogliono essere un doveroso segno di gratitudine verso di lui.

Sarà il prof. Giovanni Mennella, presidente dell’Istituto di Studi Liguri, a rievocare, dopo i saluti del dott. Francesco Bruzzo presidente della Società Economica, la figura di Ferrari, mentre l’arch. Osvaldo Garbarino racconterà, anche col supporto di eloquenti immagini, come gli sia stato possibile passare da un’intuizione dell’illustre fotografo all’architettura eulitica.

La stampa dai negativi e la scansione delle immagini, tutte in bianco e nero, sono dovute al fotografo Davide Solari.

I tre precedenti volumi riguardano la Val Cichero, la Val d’Aveto e la Valle Sturla con la Val Graveglia).

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