Così migliaia di ebrei si sono salvati: le vie di fuga segrete tra i monti liguri

Dall'Italia alla Francia: I sentieri di montagna usati per sfuggire alle leggi razziali tra il ‘39 e il ‘40

Così migliaia di ebrei si sono salvati: le vie di fuga segrete tra i monti liguri
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Quelli che oggi sono dei suggestivi sentieri di montagna, percorsi da appassionati di trekking ed escursionisti, negli anni ‘40 erano le vie di fuga, clandestine, verso la Francia per migliaia di ebrei provenienti da gran parte del nord Italia. Li ricordiamo in occasione dalla ricorrenza (domani, lunedì 27 gennaio) del Giorno della Memoria. La data coincide con il 65° anniversario della liberazione, da parte dell’Armata Rossa, delle migliaia di deportati nei campi di sterminio di Auschwitz.

Molti gli eventi già tenutisi ed ancora in programma, anche nel Levante genovese, per ricordare il Giorno della Memoria.

A Sestri Levante, ad esempio, “Non sponsorizziamo l’odio” è il titolo dell’iniziativa in programma per lunedì 27 gennaio, alle 10.45 presso l’Istituto Natta – De Ambrosis, un incontro alla presenza delle autorità con letture a cura degli studenti e la premiazione degli elaborati maggiormente significativi. Mercoledì 29 gennaio, in sala Bo (palazzo Fascie), “Passiamo il testimone”: gli alunni delle scuole medie proporranno alcune letture sulla Shoah ai bambini delle scuole primarie. Dal 24 gennaio al 7 febbraio, nell’atrio dell’ ISS Natta-Demabrosis, è inoltre possibile visitare la mostra fotografica “Ad Auschwitz c’era la neve” a cura dell’Officina Fotografica Indipendente di Rapallo.  In occasione della Giornata della Memoria il ponte di Riva Trigoso sarà illuminato con il tricolore.

A Recco due incontri dedicati, giovedì e venerdì 30 e 31 gennaio. Il 30 presso la sala polivalente la proiezione del docufilm “La scuola del Mediterraneo – Ritorno a Villa palme”, mentre il 31 interverrà Gilberto Salmoni, sopravvissuto a Buchenwald. Domani a Lavagna invece l'invito dell’Amministrazione Comunale è alla proiezione del film “Storia di una ladra di libri” di Brian Percival, alle ore 20, presso l’Auditorium Campodonico.

Questa invece, anticipata dall'ufficio stampa del Comune di Cogorno, è l'immagine principale del Dossier della produzione ebraica di Lele Luzzati. In occasione della sua morte (26 gennaio) e della Giornata della Memoria di domani, infatti, è in preparazione la mostra dedicata al "Mondo ebraico di Emanuele Luzzati".

Le vie di fuga tra le nostre montagne degli ebrei

Fulcro della fuga attraverso la Liguria furono naturalmente le montagne del Ponente ligure, dove tra il ’39 e il ’40 si passava attraverso campi coltivati e uliveti fino ad arrivare a paesaggi alpini sulle alture di Olivetta San Michele. Dall’alto della cima si può scorgere la Costa Azzurra.

Negli anni delle persecuzioni sono stati tantissimi gli ebrei che hanno percorso questi sentieri in cerca della libertà. In particolare i piccoli borghi come Olivetta San Michele e Ciotti avevano la peculiarità di essere vicini alla frontiera e di avere una rete di sentieri poco controllati, sopratutto quelli più piccoli e meno conosciuti, attraverso i quali si poteva passare inosservati. I più utilizzati furono il sentiero che da Ciotti e Vilatella, che attraverso il passo del Cornà portano in Francia, a Mentone, e quello che da Olivettae Piena conduce a Sospel, attraverso il sentiero che sale al Col del Brouis. Questi sentieri fu usati costantemente dal marzo 1939 fino a maggio dell’anno successivo per allontanare gli ebrei costretti a lasciare il paese a causa delle leggi razziali.

Chi dava loro le indicazioni erano gli uomini della Milizia di confine e spesso erano loro stessi ad accompagnarli all’imbocco del sentiero. Le postazioni fisse di Guardia di Finanza e Milizia, situate lungo il percorso (tra cui la Casermetta di Giaurusso, nella foto) , garantivano alle guardie di confine il controllo del territorio e consentivano l’allontanamento senza incidenti. Anche il sentiero che da Olivetta porta al Passo Treittore era utilizzato regolarmente per poter fuggire in Francia. Si ritiene che passando per i sentieri di montagna e per mare, siano stati circa 3500 gli ebrei che raggiunsero clandestinamente la Francia tra il ‘39 e il ‘40.

Nella Provincia di Imperia non c’era una vera e propria comunità ebraica, ma i molti che si insediarono, soprattutto a Sanremo, furono costretti a emigrare per sfuggire all’orrore nazista. Questi sentieri, prima di essere percorsi dagli ebrei in fuga, erano stati usati da molti altri italiani che volevano andare a lavorare oltre confine. I sentieri del ponente ligure sono stati usati dai migranti sin dalla fine dell’800, quando fu istituita la nuova frontiera Italia-Francia.

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