I levantini Lia Gnecco e Balázs Berzsenyi tra gli artisti di una mostra in Argentina
Si tratta di un progetto di scambio immersivo tra artisti italiani ed argentini, iniziato a Chiavari nel 2022

Mercoledì 19 febbraio verrà inaugurata a Buenos Aires, alla galleria d'arte "iMAGINARIO" la mostra "Sotto lo stesso cielo - Bajo el mismo cielo"
Tra gli artisti in esposizione anche due levantini
Lia Gnecco parteciperà con le sue fotografie e Balázs Berzsenyi con un video/performance.
La mostra
"Sotto lo stesso cielo - Bajo el mismo cielo” è un progetto/laboratorio di scambio immersivo tra artisti italiani ed argentini, iniziato a Chiavari nel 2022, progettato e gestito dalla architetta, artista visiva e curatrice Silvana Pia Solari.
L'esposizione, che durerà sino a venerdì 7 marzo, nasce dal vivo e forte rapporto che esiste tra i due paesi e con l’obiettivo di generare una reciproca collaborazione che, utilizzando l’arte contemporanea, rafforza e amplia questo legame.
Ogni anno, un gruppo di artisti argentini arriva a Chiavari per presentare una mostra d'arte, focalizzata su aspetti che coinvolgano entrambi i Paesi.
Analogamente alle esperienze di Chiavari, mercoledì 19, verrà inaugurata la mostra a Buenos Aires, presso la galleria d'arte "iMAGINARIO", che vedrà gli artisti che hanno esposto a Chiavari nell'edizione del 2023 e due artisti che provengono dall'Italia: Lia Gnecco e Balázs Berzsenyi.
L'esposizione argentina rappresenta un momento significativo: per la prima volta, dopo il successo delle edizioni di Chiavari, il viaggio si compie in senso inverso, portando la creatività italiana in terra sudamericana e dando vita a una mostra che intreccia storie, esperienze e sensibilità diverse, tutte sotto uno stesso cielo.
Il tema delle migrazioni
Il tema è quello delle migrazioni, una delle grandi questioni del nostro tempo. Un fenomeno antico quanto l'umanità stessa, eppure oggi più che mai al centro di dibattiti, tensioni e scelte politiche.
Non esiste un solo modo di guardarle: per alcuni rappresentano un'opportunità, per altri un problema. Ma al di là delle opinioni, c'è un dato di fatto innegabile: le migrazioni riguardano tutti. Nessun paese ne è escluso. C'è chi parte e chi arriva, chi accoglie e chi respinge, chi sogna un futuro migliore e chi teme di perderlo.
I movimenti delle persone ridisegnano la geografia sociale, economica e culturale del mondo. E se oggi ci sembra di viverle come un'emergenza, è solo perché le vediamo con occhi diversi rispetto al passato. Ma in fondo, non c'è popolo sulla terra che non abbia conosciuto l'esperienza del migrare.
I dettagli dell'esposizione
Tutte le attività proposte all'interno della mostra, così come le opere artistiche esposte, invitano il visitatore ad una riflessione profonda, spingendolo ad interrogarsi sul significato delle migrazioni. L'obiettivo non è solo stimolare domande, ma anche sviluppare empatia verso le storie, le difficoltà e le speranze di chi affronta il viaggio verso una nuova vita.
Gli artisti
Lia Gnecco, curatrice delle mostre e degli eventi della Società Economica di Chiavari (storico ente nato nel 1791 e pietra miliare dello sviluppo del comprensorio chiavarese), partecipa con sue fotografie la cui caratteristica principale è il movimento, dando così vita a immagini che vibrano e sembrano respirare: dona voce al mare e alle anime che hanno interrotto lì il loro viaggio, proprio in quel mare al quale hanno affidato la vita cercando di realizzare i loro sogni e le loro speranze.
Nata a Chiavari, vive ancora oggi nella città che l’ha formata e ispirata.
La sua passione per la fotografia nasce molti anni fa, quando riceve in dono una reflex: quel gesto segna l’inizio di un percorso che attraversa corsi, workshop, curiosità incessante e sperimentazione. Dopo anni di formazione, lavora come fotografa freelance per 15 anni, collaborando con vari studi della zona.
Oggi, però, fotografa solo per sé stessa: le sue immagini sono un viaggio interiore, un racconto personale delle sue fragilità, del suo disordine, dei suoi umori e dei suoi amori.
Ciò che rende uniche le sue fotografie è il modo in cui cattura il movimento: ogni scatto sembra sfuggire alla staticità, prediligendo il mosso, la fluidità dell’attimo.
È attraverso questo movimento, mai forzato ma lasciato libero di esprimersi, che trasforma il vedere in sentire, dando vita a immagini che vibrano e sembrano respirare. Non congela l’attimo, ma lo lascia scorrere, così che il movimento diventa il vero cuore del sentimento.
Ha esposto a: Genova per il SaturArte 2014, ArteGenova 2015 e 2016 a Torino per Photissima 2014, a Venezia: Photissima 2015, Sestri Levante: vincitrice 10° Portfolio al Mare 2016, Chiavari: personale “Contaminazioni” 2016, Verona: Autentica Art Fair 2018, Museo del Damasco di Lorsica: personale

Balázs Berzsenyi invece interviene con un video/performance dove rappresenta la sua continua ricerca di un posto nel mondo: anche lui da migrante racconta la sua storia.
Nato a Budapest, Ungheria, nel 1960, ma dal 1996 vive e lavora in Italia. Sì ebbene, la sua disciplina formativa è stata la scultura della scuola classica, con la quale ha utilizzato vari materiali, come legno, marmo o metallo e ha sviluppare una tecnica squisita.
La sua ricerca costituisce un continuum multidirezionale che lo ha portato a sperimentare con la fotografia, la stampa digitale o video con estrema sapienza.
È caratterizzato da un lavoro viscerale, profondo e continuo, con il quale raggiunge i risultati ed esprime un messaggio poetico potente, originale e unico.
Ha tenuto numerose mostre personali in vari paesi d'Europa, con cui ha espresso la sua riflessione critica nei confronti dell'arte e della storia (in particolare in relazione alle vicissitudini del paese di origine). Inoltre sono suoi oltre 50 monumenti pubblici che decorano le piazze, i cimiteri, le chiese, i giardini e gli spazi urbani di numerose città in
Ungheria, Italia, Spagna, Francia e Perù, a dimostrazione delle sue magistrali capacità artistiche.


Gli artisti argentini che esporranno sono: Gustavo Sampayo; Susana Comezaña; Silvia Battistuzzi; Cristina Ferreras; Silvana Solari.