Il Campo di prigionia numero 52 di Calvari visto da Massimo Minella

Dopo il successo della prima serata, prosegue sabato 16 luglio il popolare Scali a mare Pieve Ligure Art Festival, nella suggestiva cornice di Scalo Demola

Il Campo di prigionia numero 52 di Calvari visto da Massimo Minella
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Grande attesa per l’ultimo lavoro che il giornalista Massimo Minella proporrà oggi, lunedì 16 luglio, a Scalo Demola nel contesto della rassegna "Scali a mare Pieve Ligure Art Festival" organizzata dal Comune e dalla Pro Loco, con la collaborazione del Teatro Pubblico Ligure produttore dei diversi eventi.

Una vicenda non semplice da raccontare, quella del Campo 52

“Campo 52 storie di crimini e d’amore in tempo di guerra” il titolo della piece portata in scena da Minella che si avvale della collaborazione di Franco Piccolo alla fisarmonica.  Un lavoro non facile quello del giornalista di “Repubblica” in quanto le vicende del Campo 52 di Calvari sono contraddittorie. Noto per essere diventato un campo di concentramento dopo l’8 settembre 1943 e per aver ospitato diversi ebrei catturati a Genova e nel Tigullio per poi essere avviati nei campi di sterminio in Germania. Ma la sua storia è decisamente più complessa e articolata. A cominciare dal fatto che dopo l’Armistizio il campo di concentramento subì persino un attacco da parte dei partigiani, forse con la complicità di quale soldato all’interno del campo rimasto fedele alla Repubblica di Salò, che liberarono i prigionieri portando con se armi e viveri. Le vicende di quanto accaduto a Calvari hanno inizio con lo scoppio della seconda Guerra Mondiale quando il Regio Esercito costruisce il campo chiamato a ricevere i militari inglesi catturati in Africa. Sono ancora i momenti in cui Benito Mussolini è convinto che la guerra durerà pochi mesi. Non sarà così, dopo le prime fugaci vittorie, per il soldati del nostro paese impegnati sui fronti dell’Europa e in Africa arriveranno tempi difficili. Sono invece tranquilli i prigionieri presenti a Calvari, sono trattati nel migliore dei modi e possono persino uscire in paese per fare acquisti. Il torrente Lavagna, a pochi passi, assicura acqua in abbondanza. Poi, come dicevano all’inizio, l’Armistizio e l’arrivo dei nazifascisti che decidono di trasferire gli internati in Germania. Il campo viene quasi dismesso sino a quando non saranno reclusi gli ebrei. Vedremo sabato come Minella saprà coniugare tutte queste vicende.

 

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