Chiavari

"La mia avventura con Imma Tataranni continua"

L’attrice Yulia Zhiveynova, chiavarese d’adozione, si racconta: confermata nella serie Rai

"La mia avventura con Imma Tataranni continua"
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Un’attrice versatile e appassionata del suo lavoro, Yulia Zhiveynova: nata a Mosca nel 1977, chiavarese d’adozione, l’abbiamo incontrata in redazione a Lavagna, dove ci ha raccontato i suoi prossimi sogni e progetti. Tra questi, “Imma Tataranni– Sostituto procuratore”, la nota serie Rai diretta dal regista Francesco Amato.

Il personaggio

Yulia, sei stata confermata nella seconda stagione: te l’aspettavi?

"La serie ha avuto successo e anche il mio personaggio è piaciuto, sono al settimo cielo perché nella prima serie ho messo tutta me stessa, anche se non avevo un ruolo da protagonista. Il mio personaggio nella seconda serie crescerà e sarà sviluppato più a fondo, ne vedrete delle belle. Inizialmente a servizio di un prete, una volta che rimane ucciso finisco a casa della madre del commissario Tataranni e lì divento una tuttofare: nella scena del funerale ho lasciato un pezzo di me. Non mi viene difficile piangere, se me lo chiedi, piango a comando, mi viene naturale. Amo prepararmi qualsiasi ruolo io vada a fare, e credimi in questi anni ne ho fatti tanti, diversi. Sempre affrontati con serietà e tanto studio dietro. Per me recitare è innanzitutto preparazione".

Che aria si respira sul set di Imma Tataranni?

"C’è una bella sintonia con tutti gli attori, in particolare mi sono trovata bene con Alessio Lapice, che nel telefilm è Ippazio Calogiuri. Le riprese della seconda serie, che dovrebbero avvenire a breve, si terranno tra il Lazio e la Basilicata, di più non posso dire..."

In questi anni hai avuto ruoli diversi in tanti film, sia al cinema che alla televisione e hai girato con diversi attori, da Carlo Verdone (“Grande grosso e Verdone”) a Vittoria Puccini (“Il Processo”), Flavio Insinna (“Ho sposato uno sbirro 2”) e tanti altri: cosa significa per te fare l’attrice?

"Adoro questo mestiere, è magico perché ti permette di cambiare... come un mago. E’ come se in ogni ruolo uscissi da me stessa. Mi piace che la gente si riconosca nei ruoli che faccio, che si identifichi. Amo riportare sullo schermo personaggi di tutti i giorni, semplici. Non amo apparire troppo, ogni tanto a Chiavari mi fermano e mi dicono “Ma eri in tv!”, se non fosse per mio marito (Clemente Ferrara, già gestore del locale Scacco Matto a Chiavari, ora segretario a scuola, ndr) io non direi niente, c’è anche tanta invidia, la gente pensa sia tutto facile e ogni volta ci sia dietro un sotterfugio, ma io tutto ciò che ho guadagnato l’ho fatto onestamente, è una regola di vita che cerco di passare anche i miei due figli. Non è sempre semplice essere straniera e avere dei ruoli senza raccomandazioni dietro. Per me un attore deve arricchire gli altri, non solo se stesso: altrimenti diventa il circo della vanità, e oggi se ne vede tanto. Devo comunque ringraziare la mia agente Flavia che sta facendo di tutto per farmi crescere".

Ormai abiti da più di vent’anni a Chiavari, perché hai scelto proprio questa città?

"In tanti mi hanno detto ma perché non vai a Roma, anche per lavoro è più semplice, ma io e mio marito adoriamo Chiavari, si respira un’atmosfera unica, la adoro!".

Quando è scattata la “scintilla” per questo mestiere?

"Avevo 12 anni, ero a Mosca e mi sono innamorata di “Vacanze Romane”: ho detto a mia mamma, “Basta io voglio fare l’attrice”. Lei mi ha risposto, prima fai l’Università e poi vediamo. Ho preso due lauree, una in Pedagogia e una in Lingue. In Russia devo dire che ho avuto molto successo, ho fatto anche la modella di taglie forti (esperienza che ho fatto anche in Cina) poi sono venuta in Italia e per una serie di dinamiche mi sono fermata qui. Ho anche recitato in America per RIS Los Angeles".

Registi che ammiri e con i quali vorresti girare?

"Giuseppe Tornatore e Paolo Genovese, senza dubbi. Sono registi che ammiro perché raccontano in maniera diretta e speciale".

Un attore che ti è rimasto nel cuore?

"Jean Paul Belmondo, l’ho conosciuto durante un set: un uomo di altri tempi, abbiamo chiacchierato per quasi un’ora, per me è stato un complimento sentirmi dire “Con quel sorriso sincero farai strada”. Alain Delon invece mi ha ispirato per il nome di mio figlio, Alain, appunto, nato a Lavagna. Ognuno lascia una traccia di sé, ma non solo i personaggi famosi, chiunque sia nel set, io amo parlare anche con il truccatore, il costumista, chiunque. Penso che ogni persona sia importante, ogni ruolo ha un valore, anche il più piccolo".

Cosa ti auguri, ora?

"Di crescere in questo settore: dalla mia metto responsabilità, onestà e preparazione. Se Dio lo vorrà. Io ce la metto tutta!".

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