L'esposizione

"Ossi di seppia", la mostra su Mulas e Montale all'abbazia di San Fruttuoso

Un dialogo tra poesia e immagine che si potrà visitare fino a febbraio 2025

"Ossi di seppia", la mostra su Mulas e Montale all'abbazia di San Fruttuoso
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Dal 18 luglio 2024 al 16 febbraio 2025 il FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, in collaborazione con l’Archivio Ugo Mulas, ospita, presso l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli, la mostra Ossi di Seppia.

Un intenso e suggestivo dialogo tra due linguaggi artistici, la fotografia e la poesia, e tra due grandi maestri della cultura italiana, Ugo Mulas e Eugenio Montale, che verte sulla stessa materia: l’impressione e il concetto del paesaggio ligure.

Una suggestiva mostra a cura di Guido Risicato e Archivio Mulas

A cura di Guido Risicato e Archivio Ugo Mulas, la mostra, allestita in diversi ambienti dell’Abbazia, presenta venticinque fotografie in bianco e nero scattate da Ugo Mulas nel 1962 a Monterosso, nelle Cinque Terre, luogo dove Eugenio Montale ha trascorso la sua infanzia e che ha ispirato il poeta nella composizione della raccolta Ossi di Seppia. Le foto esprimono, in maniera concettuale, il paesaggio descritto dal poeta in quel che egli stesso definiva il periodo del “proto-Montale”, ovvero il 1925 quando egli pubblicò una delle sue prime raccolte, Ossi di
seppia appunto, dove la sua lingua, aspra e pietrosa, già mostrava il lato oscuro della condizione umana.

Affascinato da sempre da quei versi, Ugo Mulas decide di illustrare per una rivista la Raccolta e si reca a Monterosso con l’intento di rendere su lastra quel sentimento, insieme di assoluto e di profonda solitudine, rappresentato dal mare, dal sole e dalle rocce. “Più che queste foto di documento che possono anche essere interessanti, quello che conta rendere, è il clima generale del luogo, cioè trovare quegli elementi generici, non specifici, che continuamente ritornano, come un leit-motiv in tutto il libro” scrive Ugo Mulas in merito al suo reportage. Il risultato è un’opera fotografica caratterizzata dalla scelta d’insoliti punti di vista e da un intenso lirismo completamente aderente all’opera del poeta, dove la parola trova una perfetta corrispondenza con l’immagine.

Un intenso dialogo tra immagini e poesie

L'intento della Fondazione è offrire l’occasione di conoscere questo speciale lavoro di Ugo Mulas, che si articola nel suggestivo dialogo
con le poesie di Eugenio Montale, ma anche di invitare il pubblico, attraverso queste visioni artistiche, a osservare con attenzione il paesaggio, a scoprirlo e conoscerlo in profondità e nei dettagli, per scoprirne il valore e il significato, la storia e lo spirito, che vanno oltre la bellezza da cartolina per cui è rinomato nel mondo.

Anche in ciò il FAI persegue la sua missione, educando alla conoscenza dei luoghi come primo e fondamentale passo per promuovere, presso i cittadini di oggi e di domani, una cultura della tutela e del rispetto del patrimonio.

La mostra è patrocinata dal Comune di Camogli. Il FAI ringrazia la Famiglia Montale e la Casa Editrice Mondadori S.p.A. Milano per avere concesso a titolo gratuito il permesso di riprodurre, nell’allestimento della mostra e nei materiali divulgativi, alcune liriche tratte da “Ossi di Seppia” di Eugenio Montale. Il FAI ringrazia inoltre i Trasporti Marittimi Golfo Paradiso.

Il commento di Daniela Bruno, direttrice culturale FAI

"Con questa mostra il FAI vi invita a riflettere sulla natura e sul valore del paesaggio. Il paesaggio non è un panorama, non è una cartolina. Non è piatto, ma è profondo, e significativo - spiega Daniela Bruno, direttrice culturale del FAI - È storico, è umano, è espressivo: tanto che insegna, e talvolta perfino commuove. Bisogna guardarlo con attenzione però, soffermandosi con calma e sui dettagli, osservando con gli occhi per capire con la testa e sentire con il cuore. Solo così se ne coglieranno le espressioni più autentiche e originali, che non sempre coincidono con la bellezza, ma piuttosto, talvolta, con i contrasti, le asprezze, le luci e le ombre. Il bianco e nero delle fotografie di Ugo Mulas esprime a perfezione il carattere di questo paesaggio ligure. I suoi scatti non vogliono documentare o descrivere, ma riflettere il senso di questo luogo distillandone il concetto, l’idea assoluta, la verità. Per farci riflettere, per permettere anche a noi di coglierne l’anima, che non emerge mai a un primo sguardo, perché richiede concentrazione, tempo, sensibilità e conoscenza; ma così, una volta colta, resta in noi indelebile".

"In maniera del tutto parallela, ma con un altro strumento espressivo, cioè la poesia, Eugenio Montale fa la stessa identica cosa. Ci restituisce nei suoi versi non una descrizione, ma il senso profondo di questo paesaggio a lui tanto caro, noto e sentito. È una stessa impressione, quella che si ricava dalle fotografie e dalle poesie, ovvero dal lavoro dei due artisti messi “faccia a faccia” in questa mostra, come Montale e l’upupa in uno degli scatti più iconici di questa serie. Un dialogo da loro stessi ricercato. Ugo Mulas, del resto, amava ritrarre gli artisti all’opera (da Fontana a Calder, da De Chirico a Totò), non solo come tributo di ammirazione, ma per mettersi in confronto con loro, riconoscendo un’identità di interessi, di visione della realtà, di attitudine artistica. La sua era arte, come la loro, aldilà dei linguaggi e delle tecniche. Godetevi la visita e la mostra, e siamo certi che al termine del percorso, se avrete raccolto l’invito a guardare con attenzione, soffermandovi con calma e sui dettagli, osservando con gli occhi per capire con la testa e sentire con il cuore, il paesaggio fuori dalle finestre dell’Abbazia vi apparirà diverso: avrà una profondità e un significato diversi. Attraverso gli sguardi e le visioni di Ugo Mulas e di Eugenio Montale, avrete colto anche voi qualcosa di più del suo spirito autentico. È questo, del resto, lo scopo, e anche l’effetto, che hanno cultura e arte: cambiare la nostra visione, e così i nostri pensieri. Cambiare noi stessi", conclude.

 

Orari e prezzi

Da luglio a metà settembre tutti i giorni, dalle 10.00 alle 17.45, seconda metà di settembre tutti i giorni dalle 10.00 alle 16.45, ottobre tutti i giorni dalle 10.00 alle 15.45, novembre, dicembre, gennaio efebbraio tutti i giorni tranne i lunedì non festivi dalle 10.00 alle 15.45. Ultimo ingresso 45 minuti prima dell’orario di chiusura. In caso di condizioni meteo marine avverse e sospensione servizio battelli da
Camogli, l’Abbazia resterà chiusa alle visite. Maggiori info https://fondoambiente.it/luoghi/abbazia-di-san-fruttuoso/visita

Biglietti: Intero € 9; Ridotto (bambini 6-18 anni) € 5; Famiglia (2 adulti e figli 6/18 anni) € 24; Iscritti FAI e National Trust gratuito; Studenti universitari (fino ai 25 anni) € 5.

Guido Risicato e Stefano Verdino si esprimono sulla mostra

"Esporre il lavoro di Ugo Mulas presso l’Abbazia di San Fruttuoso, Bene del FAI–Fondo per l’Ambiente Italiano, vuole essere un nuovo capitolo nella rappresentazione, attraverso la fotografia dei grandi maestri, della terra di Liguria, raccontando la particolarità e unicità di luoghi compressi tra terra e mare", spiega il curatore Guido Risicato

"Le qualità sia dell’inquadratura sia della luce di questi scatti hanno un che di perentorio, che calza mirabilmente non in termini illustrativi ma di sintonia espressiva con il verso sempre nitido e tagliente di questo primo Montale", dichiara Stefano Verdino, docente di letteratura italiana all'Università di Genova.

Fotografie Ugo Mulas © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano –Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli
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