Il libro su Santo Varni, primo edito dalla Società Economica

Il testo dedicato a Santo Varni, presentato in anteprima questa mattina dal presidente dell'Economica Francesco Bruzzo e dall'assessore ai beni culturali dell'ente, Raffaella Fontanarossa

Il libro su Santo Varni, primo edito dalla Società Economica
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Presentato questa mattina nella sala presidenziale della Società Economica il volume "Santo Varni: conoscitore, erudito e artista tra Genova e l'Europa", edito dalla stessa Società Economica che esordisce anche in veste di editrice. Il libro sarà presentato in anteprima al pubblico venerdì 22 giugno.

Il libro su Santo Varni, primo edito dalla Società Economica

Venerdì, 22 giugno 2018, alle ore 17.00, nella Sala Presidenziale della Società Economica di Chiavari, via Ravaschieri 15, verrà presentato in anteprima un importante volume: “Santo Varni: conoscitore, erudito e artista tra Genova e l’Europa”. Si tratta di un accurato lavoro, che segue l’omonimo convegno che si tenne il 20 e 21 Novembre del 2015 e che vide la partecipazione di studiosi provenienti dalle principali università italiane ed estere. Fra questi Mauro Natale, dell’Università di Ginevra, che sarà presente alla presentazione del volume, insieme ai suoi curatori: Laura Damiani Cabrini, Grégoire Extermann e Raffaella Fontanarossa, Assessore ai Beni Culturali della Società Economica.

Il libro su Santo Varni commentato da Fontanarossa e dal presidente Bruzzo

“L’obiettivo principale del libro è gettare nuova luce sulle molteplici attività di Varni nel campo della storia, dell’arte e in altri settori a esse collegati - spiega Raffaella Fontanarossa -. Oltre a rendere noti nuovi materiali, il libro ruota attorno a una domanda di fondo, su come sia possibile la coesistenza nella stessa persona di un artista e di uno studioso di tale levatura. Poche figure, forse nessun’altra, hanno infatti condotto – in parallelo e in maniera così rilevante – ambedue le attività. Si potrà inoltre valutare se una simile operosità compone un ritratto coerente o se offre piuttosto un caso singolare di bifrontismo, all’insegna della divinità tutelare sua città, Genova, dove Varni fu ben inserito, noto e celebrato, assumendo il ruolo, anche qui non comune, di “profeta in patria”.

“La presentazione del quaderno su Santo Varni è la seconda tappa di un percorso di valore scientifico e didattico che Raffaella Fontanarossa, Assessore ai Beni Culturali della Società Economica, sta coordinando a testimonianza di un rinnovato impegno del nostro Ente. - aggiunge Francesco Bruzzo -. Riteniamo che presto possa dispensarci altri piacevoli ed importanti momenti di attenzione. Infatti fra i suoi obiettivi ora c’è quello della valorizzazione di opere contenute nella quadreria di via Ravaschieri. Ricordo che i locali donati alla nostra antica associazione chiavarese sono stati restaurati ad uso pubblico già dal 2006. Ma che collegamento può avere Santo Varni, con la Società Economica? Nelle nostre ricerche emerge che Varni, era stato nominato Socio Onorario Corrispondente, qualifica riservata a soci di particolare rilievo culturale che, tenuti informati della vita della Società, mandavano a questa comunicazioni e pubblicazioni. La Società Economica inviava regolarmente gli ATTI all’Accademia Ligustica delle Belle Arti, di cui Santo Varni fu a lungo Presidente. Lo scultore era già socio da diversi anni quando, nel 1845, eseguì il busto di Emanuele Gonzales proprio per la Società Economica. Fu socio onorario quindi dall’inizio e lo restò sino al 1885, anno della sua morte. Per noi, l’opera che andiamo a presentare, va letta quindi anche sotto l’angolazione di una lunga e proficua collaborazione con un grandissimo uomo”.

Note sull’opera

Il volume raccoglie una serie di contributi sulla personalità multiforme di Santo Varni (1807-’85), fin qui conosciuto soprattutto come scultore, di cui vengono ora indagati i molteplici altri interessi: dall’archeologia alla storia dell’arte, dal collezionismo al restauro. Le sue tante attività lo hanno condotto a studiare, oltre che la sua città, Genova, anche il Basso Piemonte, Savona, la Lomellina, il Tigullio e la Versilia. A partire da un fondo archivistico di Santo Varni inedito e da alcune opere rintracciate per l’occasione, il volume ricostruisce gli studi e le scoperte effettuate dallo scultore, ricollegandole ai materiali superstiti, oggi dispersi nei musei di tutto il mondo (da quelli genovesi ai Cloisters del Metropolitan di New York, al Victoria & Albert di Londra, etc.) e restituendo significativi materiali oggi spesso perduti.

Poche personalità presentano un campo di attività tanto ampio quanto Santo Varni, che fu scultore, ma anche storico, ricercatore e collezionista. Se la sua produzione artistica e l’impegno assunto come professore all’Accademia di Belle Arti di Genova risultano puntualmente indagati, la sua attività di studioso e di conoscitore offre ancora un ampio spazio per la ricerca.
Per la vastità dei suoi interessi Varni potrebbe apparire come una personalità genialmente eclettica, ma si rischierebbe di sottostimarne l’efficacia, la chiarezza d’intenti e la determinazione con la quale egli ha studiato, censito e in ultima istanza tutelato il patrimonio artistico, non solo genovese e ligure. A monte della sua produzione saggistica vasta e di diffusione internazionale, si coglie uno sforzo documentario notevole e pertinace. In quest’ottica i suoi stessi appunti manoscritti e disegni forniscono una testimonianza preziosa che sollecita una riflessione allargata nella forma di un volume di studi che fra l'altro dà conto di una parte di questi preziosi materiali autografi, ora smembrati tra diversi fondi archivistici.

Gli assi principali della ricerca si articolano in tre sezioni. La prima è dedicata alle indagini capillari condotte da Varni sul territorio ligure, con un’attenzione particolare verso i centri minori, in un’area che include Savona, la Versilia e l’Oltregiogo piemontese.

Nella seconda area tematica gli interessi di Varni saranno indagati in relazione alle varie epoche storiche alle quali egli ha consacrato la sua attenzione. All’epoca dei suoi scritti, l’arte del Quattrocento era tornata in auge sotto la spinta di Leopoldo Cicognara e di Lorenzo Bartolini – presso il quale Varni studiò un breve periodo – e aveva trovato in Matteo Civitali una figura emblematica, universalmente apprezzata; ma Varni oltrepassò decisamente questi ambiti, allargando il campo d’indagine all’arte romanica, a quella del Cinquecento e, addirittura, alle nuove scoperte archeologiche. Disegni che documentano una scultura inedita di Luca Cambiaso, fregi greci meno noti di quelli canonici del Partenone o una balaustra barocca non più esistente nel duomo di Genova, testimoniano una mente singolarmente aperta al resoconto documentario.

Nell’ultima sezione del libro viene messa ulteriormente in luce la ricca rete di relazioni coltivate da Varni, che comprende artisti, membri dell’aristocrazia e soprattutto intellettuali come Federigo Alizeri, concittadino e antagonista, ma anche eruditi e bibliotecari eccellenti, come Gaetano Milanesi o Eugène Müntz che come lui si sono dedicati alla ricerca d’archivio. Varni era amico e consigliere del principe Odone di Savoia, dell’archeologa tedesca Sybille Mertens e di amateurs-mercanti del calibro del fiorentino Stefano Bardini. Coltivava rapporti con altri studiosi come Giovanni Rosini o Pietro Selvatico. Questa vasta rete di scambi appare come un elemento imprescindibile della attività di ricerca di Varni.

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