Tigullio a Teatro: dal 25 al 28 agosto a Villa Durazzo di Santa Margherita
La diciannovesima edizione di “Tigullio a Teatro” inizia dove finisce “Liguria delle Arti” ed è in programma a Santa Margherita Ligure da domenica 25 a mercoledì 28 agosto 2019.
A Villa Durazzo tre appuntamenti
Dopo l’appuntamento al Santuario di Nozarego di domenica 25 agosto, gli altri tre appuntamenti sono ospitati come di consueto a Villa Durazzo. “Tigullio a Teatro”, rassegna ideata da Teatro Ipotesi con la direzione artistica di Pino Petruzzelli e realizzata con il sostegno del Comune di Santa Margherita Ligure, quest’anno è dedicata al rapporto tra letteratura e teatro. Se a Nozarego, dopo l’intervento dello storico dell’arte Giacomo Montanari sull’organo Tommaso II Roccatagliata e il concerto di Fabrizio Fancello, risuoneranno le parole di Camillo Sbarbaro, Giuseppe Mazzini, Maurizio Maggiani e Salvatore Quasimodo, lo spazio di Villa Durazzo non ospita spettacoli interdisciplinari come quest’ultimo dedicato ai diversi linguaggi espressivi, ma cede il passo al teatro tout court. L’inizio è fissato alle ore 21 e l’ingresso è libero. Alle 20,30 è prevista una degustazione di vini liguri offerti dall’Enoteca Rossantico di corso Matteotti. In caso di maltempo gli spettacoli avranno luogo all’interno di Villa Durazzo.
In tre giorni a Villa Durazzo si passa dalla storia potente del principe Amleto raccontata da Shakespeare e collocata a Pentema da Pino Petruzzelli per il racconto vivo di Mauro Pirovano in "Bacci Musso u cunta l’Amleto" (lunedì 26) prodotto da Teatro Ipotesi; al barocco favoloso, simbolico e visionario di Vincenzo Consolo con la sua "Lunaria" interpretata da Pietro Montandon (martedì 27) con la regia di Daniela Ardini per Lunaria Teatro; fino alla storia di resistenza solitaria e silenziosa descritta da Jean Giono in "L’uomo che piantava gli alberi" e affidata a Gisella Bein, che recita mentre Monica Calvi disegna dal vivo in una produzione di Assemblea Teatro (mercoledì 28) .
"Bacci Musso u cunta l’Amleto"
"Bacci Musso u cunta l’Amleto" da William Shakespeare, scritto e diretto da Pino Petruzzelli, interpretato da Mauro Pirovano, è prodotto da Teatro Ipotesi. Lo spettacolo (lunedì 26 agosto, ore 21, Villa Durazzo di Santa Margherita, ingresso libero) nasce dall’incontro tra Pirovano e Petruzzelli. Scelgono di mettersi alla prova con uno dei testi più famosi della storia drammaturgica mondiale, ma lo riportano alla narrazione orale immaginando un uomo, Giobatta “Bacci” Musso, che seduto al tavolo dell’osteria di Pentema, sperduto paesino dell’entroterra ligure, racconta una vicenda straordinaria, così eccezionale da meritare l’ascolto dei presenti che al suo centro ha il principe di Danimarca, Amleto. È una storia di vendette e di odi senza catarsi finale, in cui quelli che sono al comando scannandosi tra di loro, finiscono per lasciare il potere al primo furbo che passa. Bacci Musso, geloso e ultimo custode di questa trama, la rivive di fronte a tutti. Il risultato coinvolge, emoziona e diverte, mantenendo intatte le vibrazioni del testo originale, che ancora oggi sanno avvincere e incantare, attraverso la prova d’attore di Pirovano, in veste di irresistibile e moderno affabulatore, nonché mattatore unico della serata.
"Lunaria"
"Lunaria" di Vincenzo Consolo, con Pietro Montandon diretto da Daniela Ardini, le scene di Giorgio Panni e Giacomo Rigalza, costumi di Maria Angela Cerruti, è prodotto da Lunaria Teatro. Lo spettacolo (martedì 27 agosto, ore 21, Villa Durazzo di Santa Margherita, ingresso libero) è una favola per adulti piena di fascino e poesia, uno dei testi più ricchi di suggestione della drammaturgia contemporanea e insieme un capolavoro della letteratura del Novecento. A proporlo è la prima compagnia che lo ha portato in scena nel 1986, Lunaria Teatro che proprio a questo deve il suo nome e che è stata battezzata dagli applausi dello stesso Consolo. Lo scrittore solo l’anno prima con questo testo aveva vinto il Premio Campiello. In un linguaggio prezioso e preciso, racconta una storia ambientata a Palermo alla fine del Settecento. Un giorno in Viceré si sveglia madido e tremante, sconvolto da un sogno che sembrava realtà: la luna, improvvisamente, era caduta dal cielo e arrivata a terra si era spenta, lasciando al suo posto un buco nero. Quale presagio se non la sensazione che con la luna sia sparita dal mondo la poesia, illusione necessaria contro la precarietà della storia e della vita. Protagonista della pièce, riproposto a cinquant’anni dal primo passo dell’uomo sulla luna, è Pietro Montandon, a lungo attore della compagnia Mummenschantz, con Lunaria Teatro già straordinario interprete di Maruzza Musumeci di Andrea Camilleri.
"L’uomo che piantava gli alberi"
"L’uomo che piantava gli alberi" di Jean Giono, con Gisella Bein diretta da Renzo Sicco e i disegni realizzati dal vivo da Monica Calvi, è prodotto da Assemblea Teatro (mercoledì 28 agosto, ore 21, Villa Durazzo di Santa Margherita, ingresso libero). Lo spettacolo narra la storia di un uomo eccezionale, un pastore silenzioso e tranquillo, di poche parole, che non ha paura di vivere solo in una landa desolata, ma anzi prova piacere a vivere lentamente, in compagnia delle pecore e del suo cane. Tutto appare semplice nella sua vita, ma questa apparenza nasconde un’impresa eccezionale di cui l’uomo non sente il bisogno di lasciare testimonianza ad alcuna anima viva e che probabilmente nessuno avrebbe mai saputo, se un giorno da lì per caso non fosse passato un viandante. Il viandante ascolta la storia e ne diventa il narratore. Spiega che l’uomo si chiama Elzéard Bouffier e che ha passato la vita a piantare querce in quella landa desolata dove ha vissuto. Ha compiuto infinite volte lo stesso gesto pur sapendo che probabilmente non avrebbe mai potuto vedere coi suoi occhi il risultato della sua creazione in tutta la sua meraviglia, il bosco che ne sarebbe nato. Eppure non ha mai avuto dubbi, non ha neppure avuto l’esigenza di ricorrere a una categoria rara come la fiducia nel futuro. Semplicemente la ha incarnata e l’ha trasformata in un gesto capace di riconciliare ogni uomo con la natura. Un messaggio di rinascita della foresta e della vita proprio lì dove erano state incoscientemente abbandonate. L’albero ha dato moltissimo all’umanità. La storia di Elzéard Bouffier ci insegna che è necessario un tempo in cui contraccambiare con affetto e generosità. L’interpretazione è affidata a Gisella Bein, accompagnata dai disegni realizzati dal vivo da Monica Calvi.
In caso di maltempo gli spettacoli avranno luogo all’interno di Villa Durazzo.