2,8 milioni di euro dalla Regione per le aree di crisi industriale
Tra le aree finanziate il chiavarese, la Val Petronio, la Fontanabuona e la Val d'Aveto
Sviluppo economico, la Regione Liguria dà l'ok a 2,8 miioni di euro per investimenti produttivi nelle aree di crisi industriale non complessa.
Investimenti per rilanciare l'industria
«Entro fine anno vogliamo arrivare alla sottoscrizione dell’accordo di programma per consentire alle imprese piccole, medie e grandi, che siano interessate, di fare investimenti produttivi nei Comuni che rientrano nelle aree di crisi semplice e quindi creare nuova occupazione». Lo annuncia l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Edoardo Rixi, dopo che in giunta è stato recepito lo stanziamento da parte del Mise di 2,4 milioni di euro per le aree di crisi non complessa della Liguria, a cui la Regione contribuirà con ulteriori 480mila euro. «Pensiamo anche - aggiunge l’assessore Rixi – all’eventuale impiego anche di risorse europee per incentivare le aziende a investire su questi territori».
Le aree di crisi industriale non complessa sono state individuate dal decreto ministeriale del 4 agosto 2016 che indicato per la Regione Liguria un elenco di sistemi locali del lavoro da scegliersi per un massimo di popolazione compresa di 399.792 abitanti, pari al 24,9% della popolazione regionale del 2015. I sistemi locali del lavoro selezionabili dovevano comprendere una popolazione massima di 240.385 abitanti, il 15% della popolazione regionale del 2015, con limite massimo di scarto dell'1%. In particolare, per la provincia Genova, sono comprese nell’elenco delle aree di crisi semplice quelle portuali, parte della Val Polcevera, le aree di Cornigliano, Erzelli, entroterra di Voltri, entroterra chiavarese, i Comuni di Casarza Ligure e Castiglione Chiavarese, Chiavari, Lavagna, Val Fontanabuona e Val d’Aveto.