Antifascismo, a Chiavari una mozione condivisa

Di fronte agli occhi dei ragazzi del Caboto, finalmente una mozione antifascista che unisce anziché dividere

Antifascismo, a Chiavari una mozione condivisa
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Nel consiglio comunale di venerdì sera, Chiavari ha approvato all'unanimità una versione condivisa della "mozione antifascista" che mette d'accordo tutti.

Mozione antifascista a Chiavari

Dopo l'esempio dato da Sestri Levante, e le minacce che il sindaco Ghio ha ricevuto di conseguenza, in molti Comuni del Levante sono state votate mozioni atte a negare la concessione di spazi pubblici a organizzazioni di ispirazione fascista. In diversi casi, specialmente quelli di Comuni retti da maggioranze di centrosinistra, la mozione approvata è stata analoga a quella sestrese: il divieto è nei confronti di associazioni od organizzazioni che abbiano origini e obiettivi fascisti, xenofobi, omofobi.

All'opposto, in certi Comuni prevalentemente di centrodestra tali mozioni sono state rigettate e sostituite da una mozione molto più generica che vieta le concessioni a chi non garantisce il rispetto della legalità, di qualsiasi ispirazione politica egli sia, ma avendo cura di togliere dal testo la menzione a fascismi, neofascismi, xenofobie, omofobie et cetera. In effetti la mozione così come ripresa da quella sestrese avrebbe lasciato spazio a qualche possibile interpretazione contraddittoria: una manifestazione del Popolo della Famiglia è da ritenersi omofoba e dunque da vietare? Una della Lega è xenofoba? Si può vietare la concessione di spazi pubblici a organizzazioni di stampo neofascista come Casapound, quando nel frattempo sono state ammesse alle elezioni? Certo, l'attenzione con la quale si è voluto cancellare ogni riferimento ai fascismi fa comunque riflettere.

Infine, ci sono stati Comuni anche di centrodestra come Rapallo, che non hanno battuto ciglio ad approvare mozioni apertamente antifasciste, con tutti i riferimenti in chiaro del caso, ma con qualche integrazione e modifica. È questo il caso anche di Chiavari, che venerdì sera ha votato all'unanimità una mozione che rappresenta il compendio delle tre presentate dal Pd, da Noi di Chiavari e Partecip@ttiva. La mozione impegna la giunta a non concedere spazi pubblici a coloro che non sottoscrivono di riconoscersi nei principi democratici ed antifascisti della Carta Costituzionale, e poi scende nel dettaglio, citando sia il pericolo neofascista che l'importante di mantenere nelle scuole la memoria storica, xenofobie, discriminazioni di genere e religione, ma non escludendo qualsiasi altra organizzazione di altri colori politici che possa essere palesemente antidemocratica. Insomma, un compendio che accontenta tutti e non esclude nessuno: ci voleva tanto?

Una rara e positiva dimostrazione di politica che sa dialogare e creare soluzioni concrete e condivise, anziché solo urlare e dividere, particolarmente positiva perché proprio venerdì sera in consiglio comunale tra gli spettatori vi erano anche gli studenti del Caboto, invitati ad assistere dal sindaco Di Capua e accompagnati dal Dirigente Scolastico Glauco Berrettoni. Che si debba nel 2018 ancora parlare di lotta al fascismo deve essere scoraggiante per i ragazzi, ma che almeno qualcuno riesca ancora a mettersi d'accordo nell'essere antifascista è sicuramente una consolazione non da poco.

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