Area ex Italgas di via Trieste, ecco tutta la verità di Di Capua
Il primo cittadino dice stop agli equivoci e spiega la sua versione

Chiavari. Alla vigilia del consiglio comunale di giovedì 4 luglio, l’amministrazione Di Capua vuole sottolineare alcuni aspetti relativi all’ordine del giorno della seduta, soprattutto in merito alla pratica di via Trieste area ex Italgas.
Di Capua: stop agli equivoci
«E’ ora di eliminare i voluti equivoci nati per generare confusione sul caso Via Trieste, area ex Italgas - dichiara il primo cittadino Marco Di Capua - e respingere le false accuse create ad hoc dal solito gruppo politico di minoranza».
Ecco quanto dichiarato da Di Capua:
«La mia amministrazione ha ereditato un Piano Urbanistico Comunale carente, incompleto e bocciato con delibera di Giunta Regionale n. 158 del 24 febbraio 2017 su diversi punti. I nostri predecessori in cinque anni, e sottolineo cinque, non sono riusciti a chiudere il documento di programmazione territoriale più importante per un comune e oggi continuano a fare parole inutili.
Il 5 dicembre 2018, con delibera n.8 del consiglio comunale, la mia amministrazione ha adottato il nuovo PUC, riducendo così le molteplici possibilità di cementificazione che l’amministrazione Levaggi aveva lasciato aperte. Mi riferisco in particolare alla Colmata mare, in cui dovevano essere realizzati 100 appartamenti da oltre 80 metri quadrati ciascuno e l’incubatore, tanto caro ad alcuni sostenitori, con migliaia di metri cubi di cemento; e mi riferisco l’area di Preli-Torriglia dove si rischiava l’edificazione residenziale della piana.
Venendo ora al progetto presentato da Italgas il 7 dicembre 2018, faccio presente che il privato può presentare i progetti che meglio ritiene, naturalmente se confacenti alle norme. Ma fino al momento dell’approvazione in tutte le sue fasi, questo rimane mera carta protocollata e timbrata: e così è oggi.
Il progetto di Italgas è fondato sulla legge regionale “Piano Casa” che concede la possibilità di edificare in deroga alla pianificazione locale, con una premialità del 35% dei volumi esistenti. L’unico vincolo è il rispetto del piano di bacino. Lasciando da una parte quest’ultimo aspetto, posso affermare che - in base al parere legale che ho richiesto - se fosse stato approvato il PUC di Levaggi il progetto Italgas sarebbe stato concesso con la premialità del 35%, così come presentato senza nessuna differenza. Non essendo stati imposti limiti alla legge sul piano casa.Peraltro, l’area in questione non è stata computata neanche dal piano Levaggi come standard richiesti dal DM 1968: quindi, a tutti gli effetti, il Puc sarebbe stato derogabile dalla legge regionale “Piano Casa” e
avremmo avuto i palazzi e non i parcheggi e il verde, che oggi raccontano ai cittadini. Peraltro, l’amministrazione Levaggi non aveva mai allocato a bilancio gli oltre 4 milioni di euro necessari ad espropriare un’area del genere, senza considerare il contenzioso infinito che ne sarebbe derivato.Diversamente, la mia amministrazione con delibera di consiglio comunale del 5 dicembre 2018 ha adottato il Puc e ha compiutamente regolato anche la legge regionale “Piano Casa” per la zona in questione. Ne ha limitato l’applicazione ed escluso l’art. 7. Noi abbiamo previsto solo la riqualificazione dell’area con il recupero e la bonifica dei volumi esistenti con limitato aumento del 5%, con l’obbligo di dare parcheggi pubblici, verde di contorno e l’accesso da Via Trieste all’ex palazzo di giustizia.
Il progetto oggi ha quindi terminato suo iter presso gli uffici tecnici e la commissione edilizia, è passato alla parte politica per concordare la convenzione prevista dalla medesima legge regionale. Ho chiesto un parere legale proprio perché il progetto è contrario al mio indirizzo politico, dato con delibera del consiglio comunale del 5 dicembre 2018.Concludendo, il progetto Italgas con l’incremento del 35% dell’esistente, così come presentato il 7 dicembre 2018, secondo il parere legale ricevuto, non appare conforme alle norme di legge perché si deve applicare la salvaguardia come stabilito dall’art. 1 comma 2 della medesima legge regionale e deve essere rispettata la doppia conformità. La delibera comunale è stata confermata dalla delibera regionale del 20 giugno 2019 che riporta dati letterali a favore di questa interpretazione. Chiederò al dirigente comunale di tenere conto, pur rispettando la sua autonomia, di questo parere.
L’unica certezza è che se avessimo approvato il Puc dell’ex amministrazione Levaggi, il progetto in questione con l’incremento del 35% sarebbe stato approvato.
Infine, occorre chiarire che la diversa qualificazione dell’esondabilità dell’area è stata riconosciuta da Regione Liguria in base ad un procedimento avviato da Italgas che non vede e non ha coinvolto il Comune perché non competente.
L’esatto contrario delle dichiarazioni pubbliche rilasciate dall’opposizione».