Avegno, Calì: "E’ finita l’era dei proclami"

La risposta all'altro candidato Paolo Pinna

Avegno, Calì: "E’ finita l’era dei proclami"
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Maurizio Calì, figlio di Giuseppe primo cittadino per diversi lustri nel secolo scorso, lancia la sua candidatura nel segno dell’amore per il paese.

Le parole di Calì:

"Preso atto delle affermazioni rilasciate dal Sig. Pinna mi sento in dovere di intervenire per chiarire – a lui per primo – quanto negli anni sia stato intenso e corrisposto il mio rapporto con la comunità di Avegno.

Sarebbe riduttivo limitarsi alle tante e profonde amicizie che da sempre mi legano al territorio, ma occorre tenere presente quanto maturato nei tanti anni di volontariato non limitato, per quanto molto intenso, al solo periodo in Croce Verde ove sono molti i militi e soci di Avegno.

Le famiglie, conosciute durante gli accompagnamenti e, purtroppo, i soccorsi sono numerose e proprio in questi giorni di campagna elettorale mi rinnovano il loro ricordo e gratitudine.

Poi gli intensi anni con la Gigi Ghirotti in un’evoluzione emozionale condivisa a quella di varie famiglie e con le quali vi è stato e resterà per sempre un forte legame umano.

Capisco di riferirmi a scenari sconosciuti al Sig. Pinna, così come sconosciuti a lui sono gli stretti rapporti con le realtà professionali e imprenditoriali di Avegno maturati nell’ambito di associazioni di prestigio di cui ho l’onore di fare parte.

La proposta alla candidatura – che per inciso non è certo stata l’unica che ho ricevuto negli ultimi mesi – è stata da me ben ponderata in quanto non volevo espormi a facili strumentalizzazioni, come in effetti è stato dimostrato in questa non certo piacevole occasione.

Per concludere, il nostro “stringato ed anacronistico programma” è basato sulle criticità ed aspirazioni segnalate dalla cittadinanza e non è esaustivo in quanto, se saremo chiamati ad averne la responsabilità, punteremo anche a profondi interventi migliorativi.

E’ finita l’era dei proclami. Il rivendicare è il riaffermare un diritto ed esigerne il suo riconoscimento e per un Consigliere quanto sopra è compreso in un’unica parola: “dovere”. Quanto distingue le persone si misura dallo spirito di servizio che deve essere privo di rivendicazioni.

L’eccesso di autostima porta a fare affermazioni che esulano dallo spirito con cui deve essere affrontata una competizione elettorale.

Non posso conoscere l’esito che riserveranno le urne e nutro – così come esigo nei miei confronti– il rispetto tra tutti i contendenti nell’attesa del responso degli elettori cui soli è demandato l’impegno del dare la fiducia".

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