Chiavari, Giardini e Orecchia intervengono sulle difese a mare
I due consiglieri denunciano criticità nelle nuove opere costiere: accessi difficili, pericoli sommersi e dubbi sulla realizzazione della diga soffolta

I consiglieri comunali di Cambia con me e Chiavari con Te! Giovanni Giardini e Nicola Orecchia intervengono in merito alle opere di difesa a mare realizzate a Chiavari
"“Houston abbiamo un problema”. Se nella missione sulla luna dell’Apollo 13 avevano un problema, a Chiavari ne abbiamo qualcuno di più.
In merito alle nuove difese a mare, abbiamo riscontrato, infatti, delle problematiche che confidiamo di poter approfondire con la nostra interpellanza nel prossimo Consiglio Comunale di lunedì prossimo, nonostante sia stato convocato più tardi del solito (alle 21.30). In questi giorni, abbiamo compiuto un sopralluogo direttamente sul posto per visionare
attentamente le difese a mare realizzate nella cella n. 1 e nella cella n. 2. Effettivamente il semplice moto ondoso solleva sopra la battigia un vero e proprio muro di sabbia, (o meglio di pietraia, vista la composizione del nuovo arenile) che in alcuni punti arriva a raggiungere quasi i due metri di altezza, rendendo estremamente difficoltoso, se non addirittura impossibile, l’accesso e l’uscita dal mare dei bagnanti, specie anziani o disabili, e sicuramente più pericoloso per i bambini.
Evidentemente il problema continua a persistere considerato che con determina n. 1384 del 04.09.2023 il Comune aveva affidato alla Ditta Cave Frisolino S.r.l. “lavori di livellamento quote arenili” a causa di una “anomala formazione di una berma in prossimità della battigia, originata dalla forza del mare durante le recenti mareggiate”, creando uno scalino “pericoloso per i frequentatori delle spiagge chiavaresi”.
Nella prima cella, ad esempio, abbiamo constatato che, nonostante l’opera di livellamento compiuto di recente dai gestori dello stabilimento balneare e le condizioni marine ottimali (con onda zero), la pendenza della spiaggia è molto ripida.
Abbiamo rilevato che a distanza di circa un metro dal punto più alto della scarpata del bagnasciuga si forma un’altezza dal fondale calpestabile di circa 65 cm definendo una pendenza di circa il 65%!!!
La domanda che ci poniamo è: questa pendenza è conforme al progetto? Ma quello che ci ha preoccupato maggiormente è quanto emerso sommergendoci sott’acqua. A pochi metri dalla battigia, infatti, è ancora presente buona parte dei vecchi frangiflutti paralleli alla costa, con massi di grandi dimensioni e in taluni casi affioranti a pelo dell’acqua. Questo rappresenta sicuramente un pericolo per i bagnanti, come è indicato dalla boa bianca presente in loco.
Ma solleva anche altri interrogativi: siamo sicuri che i vecchi frangiflutti non dovessero essere rimossi? Magari utilizzando i massi per la realizzazione della nuova diga soffolta prevista (in un secondo momento) più al largo? E soprattutto: la sua presenza non potrebbe interferire sulla funzionalità delle nuove difese a mare?
Ma non solo.
Esaminata la nuova diga soffolta (inizialmente non prevista nel progetto originario), sembra sia stata realizzata in maniera raffazzonata. Siamo sicuri che sia stata realizzata come previsto nelle sezioni di progetto che ne stabilivano la forma geometrica e la stratificazione di posa dei massi a seconda della loro dimensione?
Ma soprattutto in alcuni punti della diga vi sono dei buchi, dove mancano proprio i massi o in altri punti non arrivano a raggiungere la prevista distanza a 2 metri dal livello dell’acqua, trovandosi più in profondità.
Ci chiediamo: in queste condizioni la diga soffolta sta lavorando correttamente o al contrario può causare delle anomalie nell’efficacia della difesa con le conseguenze sotto gli occhi di tutti?
Sia chiaro, la nostra non è una critica aprioristica all’opera, specie se ha la funzione di difesa a mare.
Quello che noi chiediamo è se, viste le problematiche oggettive riscontrate da cittadini, turisti e balneari, talvolta persino causa di infortuni, vi siano errori progettuali (come già emerso in commissione consiliare), se le varianti siano state sufficienti a risolvere le criticità rilevate dopo la mareggiata del 2023, se i lavori siano stati eseguiti a regola d’arte, chi è responsabile.
Abbiamo richiesto copia della relazione compiuta dal Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV) dell’Università di Genova, incaricato dal Comune di Chiavari di compiere un monitoraggio della spiaggia e delle strutture lavori dal 2024 al 2028 per un importo complessivo pari ad € 32.650,00, ma al momento ci è stata negata perché il responsabile unico del procedimento è in ferie.
Possibile che in Comune non ci sia nessun altro che ci fornisca un documento così importante?
Chiederemo al Segretario Generale, Dott. Domenico Finocchietti, se tale motivazione possa essere sufficiente per ritardare l’attività di controllo da parte dei Consiglieri Comunali, e non ultimo al Prefetto.
Vogliamo che per un’opera così strategica e costata milioni di euro di denaro pubblico, venga fatta chiarezza e vengano risolte le problematiche, senza parole ma con i fatti. Non ci sembra di chiedere la luna".