la polemica

Chiavari, il cartello contro la Soprintendente costa al Comune 20mila euro

Orecchia: "Non ritengo sia giusto che debbano essere i cittadini chiavaresi a dover pagare i danni"

Chiavari, il cartello contro la Soprintendente costa al Comune 20mila euro
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Nell’ultimo Consiglio Comunale è stata approvata dalla sola Maggioranza la variazione in via d’urgenza al bilancio per garantire la copertura finanziaria del risarcimento dei danni che il Comune di Chiavari è stato condannato a pagare in favore di una Funzionaria della Soprintendenza.

Sentenza del tribunale

Il Tribunale di Genova con sentenza n. 551/2022 (immediatamente esecutiva), infatti, ha ritenuto che il cartello affisso nel 2018 nel giorno del mercato cittadino sulla recinzione del cantiere tra Via Botto e Via Delpino, dove erano in corso lavori nel sottosuolo temporaneamente sospesi per via del ritrovamento di un muro di rilevanza storico-archeologica, fosse stato ingiustificatamente offensivo della competenza e della professionalità dell’archeologa.

A commentare il fatto il consigliere comunale e avvocato Nicola Orecchia ("Chiavari con te!"): "Il Giudice non ha ritenuto legittimo il testo scritto nel cartello (in cui è stata attribuita la responsabilità del rallentamento dei lavori di scavo facendo il nome e cognome della funzionaria), sia per le modalità con cui l’ente pubblico ha notiziato i propri cittadini delle problematiche insorte nel cantiere, sia per la non rispondenza al vero dei fatti riferiti - spiega Orecchia -. Siccome tale cartello non è stato disconosciuto dall’Amministrazione Comunale, il Tribunale ha condannato il Comune di Chiavari a pagare in favore della funzionaria 20.000,00 € di danni, oltre alle spese legali dalla stessa sostenute, pari ad 7.734,26 €".

"In Consiglio Comunale - prosegue Orecchia - ho chiesto all’Assessore al bilancio, Dott.ssa Michela Canepa, che ha esposto la pratica, a quanto ammontassero le spese legali sostenute in giudizio dal Comune di Chiavari e, soprattutto, se fosse stato, nel frattempo, individuato l’autore dell’improvvido cartello.
Tuttavia, non mi è stata fornita alcuna risposta. O meglio, al posto dell’Assessore Canepa, si è affrettato a prendere subito la parola il Presidente del Consiglio Comunale, Antonio Segalerba, il quale, invece di rispondere alle mie domande, ha preso tempo, rinviando ogni risposta ad un futuro Consiglio Comunale.
Sono, in ogni caso, venuto a sapere per altra via che le spese legali che il Comune di Chiavari ha dovuto sostenere per difendersi nel giudizio di primo grado ammontano ad 5.795,00 € e che, avendo proposto appello alla sentenza del Tribunale di Genova, le ulteriori spese legali per il giudizio di secondo grado ammontano ad altri 4.790,87 €.
In definitiva, in attesa dell’esito del giudizio di appello, questo cartello offensivo, ad oggi, potrà già costare alle casse comunali quasi 40.000,00 €".

Mano ignota

"Rimane, invece, ancora da chiarire di chi sia stata la manina che ha scritto il testo del cartello -sottolinea Orecchia - Infatti, non ritengo sia giusto che debbano essere i cittadini chiavaresi a dover pagare i danni per un cartello offensivo del lavoro altrui, il cui autore, però, ancora oggi non ha avuto il coraggio di venire allo scoperto e assumersi la responsabilità di ciò che ha scritto, visto che si è firmato anonimamente “L’Amministrazione Comunale”.
Nel giudizio, la funzionaria della Soprintendenza ha sostenuto che l’autore materiale del cartello è il Comune di Chiavari (nelle persone del Sindaco e del Presidente del Consiglio Comunale e mediatamente in forza della rappresentanza di questi e della mancanza di qualsivoglia dissociazione, il Consiglio che rappresenta).
Confido che, nel prossimo Consiglio Comunale, il Presidente del Consiglio Comunale Antonio Segalerba vorrà cortesemente rispondere alla mia domanda, chiarendo alla cittadinanza chi sia stato il responsabile del cartello, ma soprattutto mi auguro che l’autore del testo intenda far fronte spontaneamente al pagamento dei danni che ha causato,
manlevando di tale onere i cittadini chiavaresi.
E mi auguro anche che rispetto ai lavori di Piazza Verdi, dove la Sovrintendenza è intervenuta per verificare la presenza o meno di beni di rilevanza storico-archeologica, non vengano affissi nuovi cartelli offensivi firmati “L’Amministrazione Comunale” o, quantomeno, che se vi fosse chi intenda farlo, abbia il coraggio questa volta di assumersene la responsabilità, mettendo il proprio di nome e cognome".

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