Commissione Tribunale di Chiavari, i consiglieri di minoranza si dimettono
All’origine della decisione, la votazione di un ordine del giorno approvato con i soli voti della maggioranza

Commissione per la riapertura del Tribunale di Chiavari, i consiglieri di minoranza si dimettono.
La riunione ieri, martedì 23 maggio
Al termine della riunione svoltasi nel pomeriggio di ieri, martedì 23 maggio, i consiglieri Nicola Orecchia (presidente della commissione), Mirko Bettoli (vice), Giovanni Giardini, Silvia Garibaldi, Antonio Bertani e Alessandro Calcagno, hanno deciso di lasciare.
All’origine della decisione, la votazione di un ordine del giorno approvato con i soli voti della maggioranza nella quale si indicava un metodo di lavoro non condiviso con l’opposizione e carente nell’indicazione dell’importanza di individuare gli spazi necessari ad ospitare il ritorno degli uffici giudiziari.
Nella mattina di oggi, mercoledì 24 maggio, prevista una conferenza stampa dell'opposizione a riguardo.
Intanto, da Palazzo Bianco sono arrivati i commenti di una parte di maggioranza, in particolare di Brignole e Monti:
“La minoranza fa un passo indietro invece di assumersi le proprie responsabilità e portare avanti il progetto per la riapertura del tribunale a Chiavari. Il presidente Orecchia e i consiglieri di minoranza si dimettono appena vengono impegnati, con l’approvazione del nostro ordine del giorno, a portare avanti alcuni punti ritenuti essenziali per la realizzazione del progetto.
Liberare gli spazi ancora prima di aver preso qualsiasi contatto, senza nessuna garanzia da parte degli organi superiori, non porterà ad alcuna certezza. Verranno così solo messi in discussione i posti di lavoro degli enti che attualmente occupano l’Ex Tribunale di corso De Michiel.
Il nostro obiettivo è riaprire il tribunale a Chiavari e per farlo abbiamo chiesto agli altri componenti della commissione di approvare un ordine del giorno funzionale a dare maggiore sicurezza e concretezza al progetto. Il voto negativo ha dimostrato che alla minoranza è bastato solo il saluto del sottosegretario Delmastro di fronte al palazzo di corso De Michiel come garanzia”.