Il Gruppo Territoriale Tigullio e Valli interviene sul tema del depuratore comprensoriale di Sestri Levante:
“Sul depuratore previsto in località Ramaia si sta consumando un vergognoso scaricabarile istituzionale: né il Sindaco, né la Città Metropolitana di Genova, né la Regione Liguria intendono assumersi la minima responsabilità di fronte a un problema che, giorno dopo giorno, si aggrava”.
L’intervento avviene a margine della conferenza stampa del Comitato per la salvaguardia del territorio di Santa Margherita di Fossa Lupara, assistito dall’avvocato Granara, tenutasi ieri in merito alla realizzazione del depuratore di Sestri Levante.
“La situazione era già nota da tempo, poiché seguiamo e sosteniamo da anni le iniziative promosse dal Comitato. Ma ascoltare nuovamente il quadro aggiornato ha reso ancora più evidente la gravità della vicenda”.
“Tutti attendono che siano il TAR Liguria o la Procura della Repubblica di Genova a intervenire e a fare chiarezza su un caso che riguarda direttamente la sicurezza dei cittadini, la tutela dell’ambiente e la legalità amministrativa. Dalla documentazione ufficiale e dalle relazioni tecniche — tra cui quella del professionista incaricato dal Comitato — emerge con chiarezza che l’area del cantiere è oggi classificata a pericolosità idraulica elevata (P3) secondo il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA). Nonostante il regime di salvaguardia in vigore dal 1° ottobre 2025, che avrebbe imposto l’immediata sospensione dei lavori e una nuova valutazione ambientale, i cantieri proseguono in aperta violazione delle norme di sicurezza e del Piano di Bacino”.
”È inaccettabile che le istituzioni continuino a nascondersi dietro il silenzio, ignorando obblighi di legge e segnalazioni puntuali e documentate. Siamo di fronte a un progetto collocato in un’area esondabile, inquinata e oggetto di varianti urbanistiche e ambientali mai chiarite fino in fondo. Un’area dove ormai nessuno vuole più assumersi responsabilità, ma dove le ruspe continuano a lavorare a un ritmo mai visto prima. Paradossale che nessuno, dal Sindaco alla Regione, voglia assumersi una responsabilità politica o amministrativa. Tutti attendono l’intervento della magistratura, mentre sul territorio crescono indignazione e rischio idrogeologico”.
“Per queste ragioni, come Movimento 5 Stelle chiediamo l’immediata sospensione dei lavori in località Ramaia e l’apertura di un tavolo pubblico di confronto che coinvolga il Comitato cittadino, le autorità ambientali e tutte le forze politiche. Non è possibile costruire un impianto in un’area dichiarata a elevato rischio alluvionale, ignorando le nuove normative e le più elementari regole di sicurezza”, conclude la rappresentante.