"Diga Perfigli, la Regione faccia chiarezza"
A chiederlo, Gianni Pastorino (Linea Condivisa)

Lo scorso 15 gennaio Città Metropolitana di Genova ha fatto iniziare le operazioni di scavo e carotaggio sui terreni privati ubicati lungo l’argine del fiume Entella al fine dichiarato della ricerca di eventuali ordigni bellici.
Nonostante le proteste di residenti, associazioni e comitati sono dunque ripartiti i lavori nell’area, oggetto di valutazione da parte della Soprintendenza per un un eventuale vincolo paesaggistico-monumentale. Nella zona interessata dai progetti della diga è infatti presente il 'seggiun', un argine di età napoleonica. Si tratta di un’opera che ha un suo significato e valore storico-culturale che verrebbe distrutta con la costruzione del nuovo argine.
Presentata interrogazione
«Come Linea Condivisa riteniamo fondamentale il concetto di suolo come risorsa. Ecco perché interventi come quello della diga Perfigli non ci convincono - spiega Gianni Pastorino, capogruppo in consiglio regionale di Linea Condivisa - L'argine artificiale dividerebbe in due la piana alluvionale dell'Entella danneggiando ecosistema e la produzione agricola nell’area».
Gli agricoltori del luogo hanno avviato le procedure per ottenere il riconoscimento Denominazione Comunale di Origine (DeCO) e anche per essere inseriti nei prodotti dell’ARCA di Slow Food. Purtroppo le relative pratiche sono state bloccate perché su questi terreni è stato già avviato il procedimento di esproprio ed è forte il sospetto che una volta terminata l’opera le aree saranno oggetto di speculazione edilizia.
«Per questi motivi ho presentato un’interrogazione con risposta scritta e un’interrogazione a risposta immediata per chiedere cosa ha fatto specificatamente e cronologicamente Regione Liguria al fine della messa in sicurezza dell’area», conclude Pastorino.