Emergenza siccità, Mai: «Entro fine mese chiederemo lo stato di calamità naturale»

A soffrire maggiormente sono state le colture foraggere e cerealicole, ma anche le coltivazioni di viti, olivi e l’apicoltura

Emergenza siccità, Mai: «Entro fine mese chiederemo lo stato di calamità naturale»
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Emergenza siccità in Liguria, all'interrogazione del Movimento 5 Stelle rispondono Giampedrone e Mai. Quest'ultimo annuncia la richiesta dello stato di calamità.

In consiglio regionale si parla di siccità con l'interrogazione dei 5 Stelle

In chiusura del consiglio regionale odierno, Marco De Ferrari (Mov5Stelle) ha chiesto, attraverso un’interrogazione sottoscritta dagli altri colleghi del gruppo, quali interventi la giunta stia pianificando per far fronte alla crisi ambientale e agricola provocata dalla siccità. «I dati meteo-climatici indicano che il 2017 è stato caratterizzato – ha dichiarato - già a partire dagli inizi dell’anno, da una situazione meteorologica decisamente critica, con temperature massime assai elevate e prolungati periodi di siccità, che hanno determinato in tutta Italia una situazione accentuata di stress in molti ecosistemi e si sono verificate difficoltà sempre maggiori nella programmazione degli interventi irrigui. E con una giusta pianificazione – ha concluso - si potrebbero intercettare ingenti fondi, nazionali ed europei, da utilizzare oltre che nell'ammodernamento della rete idrica, anche in infrastrutture ecocompatibili di riuso, riutilizzo e riciclo idrico».

Le risposte dell’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone e dell’assessore all’agricoltura Stefano Mai

Giampedrone ha spiegato il contesto normativo in cui la Regione e gli altri enti si devono muovere da un punto di vista ambientale. Giampedrone ha sottolineato che la Regione ha fatto ogni passo rispetto alle direttive europee legate alla gestione della risorsa idrica e ha ricordato la costituzione di Osservatori permanenti come supporto per la gestione delle emergenze legate alla siccità. L’Osservatorio è lo strumento – ha spiegato – che, in linea generale, contribuisce a indicare la via per le azioni da compiere anche in periodi di siccità. L’assessore ha spiegato, invece, che le misure del piano di gestione del distretto idrografico di carattere infrastrutturale sono programmate nei Piani di ambito redatti dagli enti di governo in materia di servizio idrico integrato e questa attribuzione è di competenza delle Province e sono organi composti e nominati da sindaci e membri degli organi comunali.

L'intervento di Mai si è soffermato sulla situazione effettiva del territorio: a soffrire maggiormente della siccità sono state le colture foraggere e cerealicole. Sofferenza è stata registrata – ha detto - anche nelle coltivazioni di viti, olivi e nell’apicoltura ma un bilancio definitivo potrà essere fatto solo con il prodotto finito. Mai ha annunciato che entro fine mese chiederà alla giunta di procedere presso il governo per chiedere lo stato di calamità naturale e se, arriveranno risorse, la Regione procederà al risarcimento dei danni. «Occorre comunque ragionare - ha aggiunto - su come affrontare i cambiamenti climatici che sottopongono il territorio ora a fenomeni alluvionali ora alla siccità». L’assessore ha sottolineato la necessità di effettuare un’adeguata manutenzione e innovazione delle reti idriche e di creare bacini e piccoli invasi per creare ulteriori riserve di acqua e, proprio per ragionare su questi argomenti, il 2 e il 3 novembre parteciperà a Roma al forum internazionale sui cambiamenti climatici.

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