Fusione Amt-Atp, ok dal consiglio metropolitano
Delibera passata con 10 voti favorevoli e 4 contrari: affidamento diretto ad una società controllata
Ieri il definitivo ok del consiglio metropolitano alla fusione delle aziende di trasporto pubblico, ultima grande decisione prima delle elezioni metropolitane dell'8 ottobre.
Sì alla fusione Amt-Atp, quattro i voti contrari da area Pd
Quattro i voti contrari alla delibera di indirizzo, fortemente sostenuta dal sindaco metropolitano Marco Bucci, che avvia il procedimento di affidamento "in house", cioè senza gara pubblica, del servizio di trasporto locale. Il no è arrivato da Cristina Lodi, Nino Olivieri, Arnaldo Buscaglia e Maria Grazia Grondona, consiglieri di area PD, mentre il pollice alzato è stato unanime fra i consiglieri di centrodestra: la delibera è passata coi loro 10 voti, oltre a 2 astensioni (e un'assenza, quella di Valentina Ghio, per ragioni di salute).
Fusione Amt-Atp, affidamento diretto ad una controllata
Il servizio di trasporto pubblico metropolitano potrà così essere affidato ad un unico gestore in house providing: ovvero la Città Metropolitana potrà affidare il servizio senza dover aprire una gara, trasferendolo direttamente ad una società controllata. Questa società non potrà essere l’attuale Atp Spa, che sempre nella seduta di ieri è stata dismessa in ottemperanza ai decreti Madia sulle partecipate (non ha dipendenti), e sarà quindi una newco che risulterà dalla fusione di Atp Spa ed Amt. Proprio il merger tra queste due società è la forma attraverso cui Città metropolitana adempie all’obbligo di legge di liberarsi della sua partecipata priva di dipendenti. Le ragioni di questa scelta, definita dalla delibera “la modalità più confacente al soddisfacimento del pubblico interesse”, sono individuate dalla stessa delibera nella “conformazione del territorio metropolitano, in particolare dell’entroterra”, e nella “difficile contendibilità sul mercato” del servizio, nonché nella volontà di garantire che “l’integrazione tra gli attuali bacini urbano ed extraurbano avvenga sotto il controllo e la regia di soggetti interamente pubblici al fine di tutelare il valore investito dagli enti nelle società operanti, la loro continuità aziendale, il livello occupazionale e la definizione di più alti standard prestazionali per l’utenza, in virtù delle possibili sinergie ed economie su scala industriale”.
Bucci: «Se non riuscissimo a fare l'affidamento diretto, nulla vieta di percorrere la via della gara»
Ai dubbi sollevati nella discussione soprattutto sulla procedura di affidamento in house ha risposto il Sindaco, che ha ribadito come secondo lui la scelta dell’affidamento diretto sia quella che tutela maggiormente gli interessi dell’utenza e quelli dei lavoratori, rispetto a una gara che invece metterebbe il servizio pubblico in mano a un’azienda privata che potrebbe facilmente tagliare corse e personale per rendere il business profittevole. «Se non riusciremo a fare l’affidamento diretto – ha comunque rassicurato Bucci – nulla vieta di percorrere la via della gara, senza alcuna penalizzazione finanziaria. A quel punto saremo ben vigili, ovviamente non come banditori della gara ma come azionisti della newco, a fare un’offerta il più possibile competitiva».