Garibaldi: "Nell'Asl 4 chiavarese 626 giorni per una colonscopia"
Il consigliere regionale punta il dito su liste d'attesa, medicina territoriale e nuove assunzioni

"In Asl 4 ben 626 giorni per una colonscopia". A puntare il dito sulle cose che non vanno nella sanità locale è ancora una volta il consigliere regionae capogruppo PD Luca Garibaldi, che scrive:
"Anche i 3 miliardi in più per la sanità previsti dalla manovra alla fine si rivelano insufficienti, perché serviranno quasi totalmente per il rinnovo dei contratti e non per aumentare le prestazioni. Su liste d'attesa, medicina territoriale, nuove assunzioni, c'è molto poco.
Nel frattempo il quadro ligure è ancora più allarmante. Da anni medici e infermieri lavorano ininterrottamente da anni con il 30% del personale in meno nei propri reparti, cercando di tenere in piedi quella struttura preziosa e sempre più fragile chiamata sanità pubblica. Nell'iniziativa di sabato scorso a Lavagna abbiamo provato a fare il punto sulla situazione utilizzando anche alcuni dati.
Il più eclatante riguarda i tempi per gli esami: 626 giorni per una colonscopia in Asl 4. Luglio 2025. Il tutto mentre cresce il ricorso al privato, senza che nessuno verifichi fino in fondo qualità ed efficacia delle prestazioni.
È un tema molto poco sottolineato: abbiamo dato 40 milioni di euro al privato convenzionato per esami e prestazioni. Chi verifica la qualità dei macchinari e delle strutture? Chi verifica che le strutture private abbiano forme contrattuali d'assunzione del personale sottoscritti da sindacati maggiormente rappresentativi e non contratti 'pirata'?
Siamo di fronte ad una sanità divisa sempre di più tra chi di fronte alle difficoltà paga e chi aspetta, o peggio ancora rinuncia a curarsi. Siamo ad un punto critico: anni e anni di scarsa manutenzione della sanità pubblica rischiano, e lo vediamo ogni giorno, di far implodere la sanità pubblica.
Serve un cambio di rotta coraggioso, ad ogni livello, una mobilitazione costante per presidiare il diritto alla cura delle persone. Con risorse in più, per pagare di più chi medici ed infermieri, con un’idea nuova di sanità, sempre più capace di fare prevenzione, di tessere reti di prossimità sul territorio, che contrasti la desertificazione sanitaria di grandi parti del nostro paese e una nuova alleanza sociale per la cura e la salute".