Giornata violenza donne, Pisani: "Ancora tanto deve essere fatto"

Parla il capogruppo di Liguria Popolare in consiglio regionale

Giornata violenza donne, Pisani: "Ancora tanto deve essere fatto"
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“Una giornata che ci invita a una profonda riflessione sulle misure adottate sino ad oggi per cercare di arginare il perpetrarsi di violenze fisiche e psicologiche di genere”. Gabriele Pisani, capogruppo di Liguria Popolare in consiglio regionale sulla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Occorrono ancora più misure di sostegno

“La Regione Liguria si è spesa in tal senso – ricorda – anche in tempi recenti con misure a sostegno dell’autonomia di chi ha subìto violenza di genere. Ma ancora tanto deve essere fatto. A partire da un maggiore rispetto nei confronti delle donne che deve coincidere con una crescita culturale del nostro Paese. Una battaglia fondamentale, ad esempio, è quella che va portata avanti per l’eliminazione delle ancora troppe differenze di trattamento, sopratutto nel mondo del lavoro. Ci sono enormi divari di genere che vanno colmati per permettere alle donne di non dover scegliere, ad esempio, tra carriera e famiglia. E in tal senso sono convinto che la risposta non sia da cercare in obblighi di Legge, ma nella politica che deve creare misure di sostegno per garantire le stesse possibilità. Senza distinzioni”.

L'importanza delle associazioni

“Oggi il mio plauso va a tutte quelle associazioni che, anche affidandosi a tanto volontariato, cercano di dare supporto alle donne maltrattate e spaventate che chiedono loro aiuto – sottolinea il consigliere regionale – . A livello concreto invito la politica a fare una seria riflessione su una questione che ormai da tempo non può più essere rimandata. In una società democratica ed evoluta tutti devono avere le stesse possibilità e gli stessi diritti. Nulla, e ripeto nulla, può giustificare trattamenti discriminatori o ancora peggio violenti. Non è più solo una questione di difendere i diritti dei più deboli, che è difendere i diritti di tutti, ma è accettare la realtà che siamo tutti uguali”.

 

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