Politica

Il comitato “No al depuratore in Colmata scrive a Silvia Salis

Per conoscere la situazione attuale rispetto alla depurazione delle acque nel Tigullio, anche a seguito delle importanti novità relative alla disponibilità, manifesta per esempio dai Comuni di Lavagna e Leivi, di individuare altri siti per accogliere impianti più piccoli e la decisione dell’amministrazione comunale di Chiavari di non concedere l’area di Colmata per la costruzione di un nuovo impianto di depurazione

Il comitato “No al depuratore in Colmata scrive a Silvia Salis

Il comitato “No al depuratore in Colmata” ha scritto al sindaco di Città metropolitana di Genova Silvia Salis per conoscere la situazione attuale rispetto alla depurazione delle acque nel Tigullio, anche a seguito delle importanti novità relative alla disponibilità, manifesta per esempio dai Comuni di Lavagna e Leivi, di individuare altri siti per accogliere impianti più piccoli e la decisione dell’amministrazione comunale di Chiavari di non concedere l’area di Colmata per la costruzione di un nuovo impianto di depurazione.

Per conoscere la situazione attuale rispetto alla depurazione delle acque nel Tigullio, anche a seguito delle importanti novità relative alla disponibilità, manifesta per esempio dai Comuni di Lavagna e Leivi, di individuare altri siti per accogliere impianti più piccoli e la decisione dell’amministrazione comunale di Chiavari di non concedere l’area di Colmata per la costruzione di un nuovo impianto di depurazione

 

“Ci auguriamo – si legge nella missiva – che Città metropolitana assuma un ruolo attivo di coordinamento dell’azione dei Comuni e di Iren al fine di arrivare a una nuova proposta concreta con conseguente nuova delibera dell’ente. Auspichiamo che abbia avuto modo di costatare le gravi criticità rilevate dai tecnici del comitato su un progetto vecchio di oltre 10 anni superato dalle nuove tecnologie e nuove normative a livello europeo e italiano sul riuso delle acque reflue e sull’utilizzo di energia pulita: due punti rilevanti non soddisfatti nel progetto di Iren a causa della localizzazione dell’impianto. Sottolineiamo, inoltre, l’assoluta indeterminatezza del costo finale dell’opera, che non è mai stato quantificato. Ci auguriamo quindi che Città metropolitana – si legge ancora nella lettera – non presenterà ricorso al Consiglio di Stato e si adopererà affinché anche Iren ritiri il suo”.