Legge contro il gioco d'azzardo: stralciata dalla Giunta regionale, le opposizioni attaccano Rixi

Per Rixi si trattava di una «legge inattuabile», poiché avrebbe comportato la chiusura del 90% degli esercizi con slot: una decisione destinata a far discutere in particolare nel Levante, ancora sconvolto dall'omicidio Olivieri, il cui movente sarebbe maturato proprio dalla ludopatia dell'ex moglie

Legge contro il gioco d'azzardo: stralciata dalla Giunta regionale, le opposizioni attaccano Rixi
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Oggi la conferma di quanto era già nell'aria: la legge del 2012 contro il gioco d'azzardo in Liguria sarà stralciata e non entrerà in vigore. Ed è ovviamente polemica.

Rixi: «Legge inattuabile, stiamo lavorando ad una nuova proposta»

Edoardo Rixi

Fa già discutere la decisione della Giunta regionale di stralciare la legge del 2012 sul gioco d'azzardo che era in imminenza d'entrata in vigore (doveva partire il 1° aprile, prorogata poi di un anno), che prevedeva le sale slot non potessero essere allestite a meno di 300 metri da "luoghi sensibili" quali le scuole. Un tema in queste settimane particolarmente sentito nel Levante in seguito all'omicidio, a Sestri Levante, di Antonio Olivieri: delitto che sarebbe maturato proprio dalla maniacale necessità di denaro dell'ex moglie della vittima, Gesonita Barbosa, "schiava" della ludopatia.

L'assessore Edoardo Rixi, già sulle pagine de La Repubblica, ha definito la legge «inattuabile», assicurando che «non entrerà mai in vigore». De facto, secondo i limiti imposti dalla norma, il 90% delle sale slot sarebbero divenute fuori legge ed avrebbero dovuto essere smantellate. Rixi ha spiegato che l'applicazione sarebbe stata impossibile sia per «le decine di contenziosi e ricorsi senza fine» che si sarebbero potuti prevedere, sia per «tutelare e difendere 2.500 posti di lavoro». Il rischio, ha aggiunto Rixi, sarebbe stato quello di «dover far chiudere bar e tabacchi, per poi ritrovarsi al loro posto nuove sale slot». L'assessore ha assicurato che si sta «lavorando con gestori e associazioni impegnate contro la ludopatia per arrivare ad una nuova legge condivisa che ci siamo impegnati a presentare tra maggio e giugno del prossimo anno», ma all'attacco della decisione si scagliano le opposizioni del PD e della Rete a Sinistra.

Paita e Rossetti: «Il Pd alla manifestazione no slot»

«Alla fine l’assessore Rixi ha gettato la maschera - asseriscono i due consiglieri del PD Raffaella Paita e Pippo Rossetti - la legge contro il gioco d’azzardo fatta dalla precedente Giunta regionale, che impone alle slot machine la distanza minima di 300 metri da luoghi sensibili come le scuole, verrà abrogata. E così, come avevamo denunciato sin dall’inizio, il rinvio dei mesi scorsi non era altro che un primo passo verso la cancellazione di uno dei provvedimenti più all’avanguardia d’Italia per il contrasto alla ludopatia. La Giunta Toti evidentemente preferisce non provare neppure a governare il proliferare delle sale da gioco e delle slot negli esercizi commerciali: un fenomeno che in questi anni ha prodotto moltissimi danni alla salute dei cittadini (la ludopatia) e ha distrutto intere famiglie. Inoltre la Giunta regionale, con questa decisione, punisce anche tutti coloro che, nell’imminenza dell’entrata in vigore della legge, si erano messi in regola e che oggi si trovano beffati da una maggioranza che premia chi non ha rispettato la legge».

Paita e Rossetti incalzano: «Rixi sostiene di lavorare a stretto contatto con le associazioni che combattono la ludopatia, ma non crediamo che la decisione di affossare quel provvedimento – che era stato condiviso dalle stesse associazioni - sia frutto di una concertazione. Proprio per questo il Pd parteciperà al fianco del coordinamento regionale di “Mettiamoci in gioco – la campagna contro i rischi del gioco d’azzardo” all’iniziativa “No Slot Mob” organizzata per lunedì alle 18 davanti alla sede della regione in piazza De Ferrari».

Pastorino e Battistini (Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria): «Un "de profundis" che vanifica tutti gli sforzi fatti per contenere l'invasione delle slot»

Gianni Pastorino e Francesco Battistini, consiglieri di Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria sono sullo stesso tono: «Come avevamo ampiamente anticipato mesi fa - dichiarano - la giunta di centrodestra non intende applicare la legge sul gioco d’azzardo. E così le mezze verità, sotto forma di proroghe annuali, diventano una vera e propria bugia: oggi, sostanzialmente, la giunta dice che la legge del 2012 sarà affossata. Così facendo sarà gettato a mare un lavoro egregio circa il contenimento del gioco d’azzardo e la definizione di criteri a tutela degli adolescenti, soprattutto per quanto riguarda la presenza di slot machine in esercizi commerciali vicini alle scuole».

Per i due consiglieri quella di Rixi è in realtà una resa alle pressioni delle categorie interessate: «In primavera l’assessore Rixi riteneva necessaria la proroga proprio per trovare una soluzione efficace; ora invece piega la testa ai voleri di un gruppo di commercianti che minacciano smottamenti occupazionali. Vedremo alla prova dei fatti se tali licenziamenti ci saranno o meno, a prescindere dalle slot machine. Naturalmente la questione non si origina soltanto a livello regionale, ma riflette un quadro nazionale in cui per anni si è strizzato l’occhio alle multinazionali del gioco d’azzardo, permettendo l’invasione delle videoslot. La classe politica nazionale ha assecondato le pesanti pressioni di questi gruppi di potere. Oggi, con la mancata applicazione della legge del 2012, in Liguria si torna indietro: e qui si evidenzia uno dei limiti della legge stessa, che stabiliva un tempo troppo lungo per l’entrata in vigore e non garantiva controlli rigorosi sulla sua applicazione».

«Oggi Rixi - concludono Pastorino e Battistini - non potrà più dire che la questione sta a Roma: la questione sta invece nell’ipocrisia delle sue parole, nel non aver fatto nulla per tentare di applicare la legge, nel non aver trovato un punto di mediazione che non snaturasse i principi della norma. Da ultimo, non è vero che l’assessore sta lavorando con le associazioni anti-slot; perché a queste organizzazioni non è data alcuna possibilità di intervento concreto. Tutto questo suona come il “de profundis” della legge».

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