Leivi, Comune verso la caduta: parlano i consiglieri "ribelli"
«Il nostro voto contrario è stato determinato da un esame approfondito della proposta; non potevamo scegliere diversamente»
Crisi in Comune a Leivi: parlano i consiglieri.
Bilancio respinto, Comune in crisi: le parole dei consiglieri "ribelli"
In un comunicato congiunto, ad illustrare la situazione di crisi nella maggioranza comunale a Leivi. dopo quanto riportato dalla stampa nei giorni scorsi riguardo il voto del 18 luglio contrario alla pratica sugli equilibri di bilancio, sono i consiglieri comunali del gruppo “Alternativa per Leivi” Luca Manfredini, Michele Marino, Roberta Podestà ed Andreina Solari, assieme al consigliere comunale del gruppo "Tutti per Leivi" Daniela Prato.
«Diversamente da quanto asserito dal Sindaco Vittorio Centanaro - spiegano i consiglieri - il nostro voto non è stato contrario a “una variazione per l'apertura di spazi di investimento destinabili solo alle strutture sportive” e non corrisponde a verità che dietro a ciò c'è “ un disegno macabro”».
«Il nostro voto contrario è stato determinato da un esame approfondito della proposta di variazione nella sua totalità che, peraltro, ha impegnato diverso tempo». I consiglieri puntano il dito sulle modalità di proposta di investimento, la ripartizione delle spese legali e il sacrificio che tale investimento avrebbe fatto ricadere su capitoli di spesa importanti quali i servizi di mensa scolastici e l'illuminazione pubblica.
«Liquidare il tutto con la semplice insinuazione che vogliamo privare Leivi, ed i suoi cittadini, del più che dovuto impianto sportivo - affermano i consiglieri "ribelli" - non solo è ingeneroso, ma profondamente falso». «Nel Comune di Leivi, inteso come luogo in cui si amministra - concludono i consiglieri - è ormai venuto meno il senso di collaborazione e condivisione e, peggio, in Consiglio Comunale non prevale più la trasparenza ed il corretto confronto. Per quanto il voto contrario da noi espresso abbia avuto le conseguenze note, non potevamo scegliere diversamente: non solo per tutelare noi stessi da eventuali future azioni giudiziarie per manchevolezze nel nostro operato, ma anche e, soprattutto, per rispetto del ruolo che ricopriamo, per la fiducia accordataci dai nostri elettori e per la salvaguardia del nostro paese».