La polemica

Manifesti Pro Vita, il PD: “Chiavari non può restare in silenzio”

Argomento delle affissioni la “teoria gender”

Manifesti Pro Vita, il PD: “Chiavari non può restare in silenzio”
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Antonio Bertani, Segretario del Partito Democratico di Chiavari interviene sui manifesti Pro Vita:

”Nei giorni scorsi, anche a Chiavari sono apparsi manifesti dell’associazione Pro Vita & Famiglia che veicolano messaggi fuorvianti, ideologici e discriminatori. Ancora una volta, viene agitata la cosiddetta “teoria gender” per diffondere l’idea che la scuola stia indottrinando i minori, costruendo una narrazione falsa, pericolosa e profondamente offensiva.
Nonostante il sindaco Messuti abbia dichiarato poche ore fa che quei manifesti rimarranno affissi perché “non contengono nulla di offensivo, sessista o razzista”, credo sia doveroso affermare con chiarezza il contrario: quei messaggi offendono profondamente molte persone, tra cui gli insegnanti, che ogni giorno svolgono un ruolo fondamentale nella crescita culturale, civile e umana delle nuove generazioni.
Rivendico con forza il valore di un’educazione basata sul rispetto delle differenze, sulla libertà, sull’inclusione. La scuola pubblica non è un bersaglio, ma un presidio democratico da difendere. Alimentare sfiducia e pregiudizio verso chi lavora per una scuola più aperta e accogliente significa colpire il cuore stesso della nostra convivenza civile.
A Roma, il Comune ha disposto la rimozione immediata di questi manifesti su tutto il territorio urbano, segnalando che i contenuti veicolati sono connotati da stereotipi contro la comunità LGBTQ+ e potenzialmente lesivi dello sviluppo dei minori. Una decisione responsabile, che riconosce il ruolo delle istituzioni nel contrastare la diffusione dell’odio.
Anche in Liguria, Rete Lenford e il Coordinamento Liguria Rainbow – tramite l’avvocata Gibelli – hanno chiesto che vengano rimossi. Come ha ricordato l’avvocata, “non si tratta di semplici manifesti, ma di strumenti di propaganda discriminatoria, che colpevolizzano chi compie scelte legittime di autodeterminazione”.
Le istituzioni, tutte, dovrebbero essere un argine contro la violenza morale e non un megafono per chi diffonde paura e disinformazione. Io non ho dubbi da che parte stare: dalla parte della scuola, del rispetto, dei diritti. Dalla parte di chi ogni giorno lavora per costruire una società più giusta, più libera, più umana.

 

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